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L'anno che verrà

mar 27 dic 2022 09:12 • By: Giacomo Poletti

Il geopotenziale e qualche previsione per la fine del 2022 e l'inizio del 2023

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Prima di fare il quadro sulle previsioni per la fine dell’anno e l’inizio del 2023, oggi parleremo di un concetto molto usato in meteorologia: il geopotenziale. Qualcuno fra chi sta leggendo forse ricorderà le famose “mappe delle isobare” mostrate in tv fin dagli anni ’70 dal colonnello Edmondo Bernacca. 

Erano delle cartine dell’Europa dove si potevano vedere delle linee curve che congiungevano i punti con la stessa pressione ridotta al livello del mare, le isobare appunto. Un concetto analogo a quello delle isoipse (o curve di livello) su una carta geografica. Una carta utile, di fatto, per capire dove si trovavano le basse e le alte pressioni. Gli strumenti del passato non consentivano molto altro. Negli anni si è capito però che il tempo meteorologico è comandato dai venti e dalla situazione a media e ad alta quota, più che al suolo. Non basta, insomma, conoscere la pressione al livello del mare per tirare le somme, ma serve spingersi più in alto, magari a 5.000 o persino a 9.000 metri: sono lì i venti che comandano l’evoluzione del tempo. 

Per sondare le condizioni a quelle quote vengono lanciati da anni dai principali aeroporti dei palloni sonda, che misurano le condizioni (temperatura, umidità e pressione) in continuo salendo da terra verso l’alta atmosfera. E come si possono utilizzare queste informazioni? I meteorologi lo fanno in un modo particolare: come noto, infatti, l’aria fredda è più densa (pesante) rispetto alla più rarefatta e leggera aria calda. Le misure dei palloni sonda (e dei satelliti) vanno quindi a creare delle mappe dove si rappresenta la quota a cui si registrano determinati livelli di pressione.

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Facciamo un esempio: se sul Trentino ci fosse una massa d’aria fredda (molto densa) è intuitivo che la pressione dell’aria calerebbe velocemente se salissi verso l’alto, poiché “lascerei” sotto di me strati di aria molto densa e pesante. Se al suolo avessi una pressione di 1000 hPa, ad esempio, salendo arriverei a un certo punto a una pressione pari alla metà (mettiamo, 500 hPa) magari alla quota di 5400 metri. Se invece mi spostassi sul Nord Africa o su altre zone tropicali, dove l’aria è ben più calda e quindi leggera, scoprirei che dovrei salire molto di più per misurare i fatidici 500 hPa. Per esempio, fino a 5700 metri. La quota a cui trovo una pressione fissata si chiama geopotenziale.

E a cosa serve il geopotenziale? Come mostra la mappa (vedi immagine) per Capodanno, se il valore altimetrico (il geopotenziale, appunto) è elevato, allora la massa d’aria in quel posto è mediamente calda, e lo è per un effetto dinamico di compressione: l’anticiclone. Ecco in questo caso i colori giallo, arancio e rosso. Se invece l’aria fosse fredda (anche in questo caso per effetti dinamici di risalita dell’aria e del conseguente raffreddamento per espansione) osserverei un geopotenziale basso, ad esempio a 5400 m. Le topografie (così si chiamano queste mappe) del geopotenziale ci restituiscono quindi con un semplice sguardo le posizioni delle zone anticicloniche (dal geopotenziale alto, dove domina il bel tempo) e cicloniche (dal geopotenziale basso) dove invece si manifesta il brutto tempo.

Nella mappa per Capodanno (vedi immagine) è evidente la “lingua” africana dai colori arancio/rossi, con geopotenziali alti, che si protenderà da Algeria/Tunisia verso l’Italia. I geopotenziali bassi, “freddi”, sono a nord, con un minimo piuttosto ampio al largo dell’Irlanda. Ergo, il tempo da noi non cambierà e il 2023 inizierà come una fotocopia del 2022, cioè con temperature molto elevate in quota e nessuna precipitazione almeno fino a Epifania. Nei prossimi 10 giorni, quindi, potremmo vedere spesso delle nubi, ma l’unico momento dove sarà possibile una debolissima precipitazione, del tutto trascurabile peraltro, sarà venerdì 30. Certa invece una mezzanotte di Capodanno (come mostra proprio la mappa) asciutta e con temperature miti in montagna.

DIDASCALIA IMMAGINE 1 – Il concetto del geopotenziale: aria fredda corrisponde a quote di pressione più basse, in virtù della maggiore densità dell’aria (che si solleva e successivamente si raffredda per motivi dinamici portando a un peggioramento del tempo). Al contrario, dove l’aria tende a discendere e a riscaldarsi le quote di pressione (geopotenziali) risultano più elevate e il tempo è buono.            

DIDASCALIA IMMAGINE 2 – La mappa prevista per il geopotenziale a 500 hPa per la notte di Capodanno. Si nota la lingua calda (contraddistinta dai colori rosso/arancio) di geopotenziale elevato protendersi dal Nord Africa verso l’Italia, garanzia di tempo buono e molto mite in quota.



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