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Dalla parte dei pelosi (e non)

L’uomo e il gatto

mar 17 nov 2020 10:11 • Dalla redazione

Da 10.000 anni amico dell’uomo

Uno studio del 2017 pubblicato su Nature Ecology and Evolution, realizzato dall'Università di Leuven e il Royal Belgian Institute of Natural Sciences, ha stabilito che le origini dei gatti domestici si trovano tra Medio Oriente ed Egitto ben 10.000 anni fa; un millennio dopo è iniziata la loro diffusione al seguito delle migrazioni umane. Per arrivare a queste conclusioni i paleogenetisti, tra cui l’italiano Claudio Ottoni, hanno esplorato il dna antico dei gatti, analizzando mummie, denti, peli e reperti di oltre 200 gatti.

Ne viene che nella zona della Mezzaluna fertile si ebbero le prime forme di addomesticamento: inoltre, negli stessi anni in Africa e Medio Oriente i gatti selvatici si avvicinavano agli insediamenti in cui si sviluppava l’agricoltura, attirati dai roditori che infestavano i granai.

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Per questo l’uomo iniziò a gradire la presenza dei gatti e tenerli vicini, mentre i gatti trovavano cibo senza troppa fatica.

Questa amicizia si consolidò nel tempo, durante il quale il gatto è cambiato pochissimo dal punto di vista genetico: sono cambiati pochi tratti dovuti soltanto a selezione artificiale, più che altro per ragioni estetiche. Tutto il contrario dei maiali, cambiati tantissimo dai cinghiali proprio per la selezione praticata dall’uomo.

Tutti i gatti di oggi, compreso il nostro, provengono dalla specie Felis silvestris lybica: le analisi del Dna mitocondriale hanno permesso di individuare due linee, la A per quelli medio orientali e la C per quelli egiziani. Della C ci sono tracce che riportano all'epoca classico-romana in cui i gatti cominciavano davvero ad essere accuditi non solo per la loro funzione di cacciatori di roditori ma anche a scopo domestico, insomma da veri animali da compagnia.

Un’ulteriore evoluzione nel rapporto instaurato millenni prima, che fin dal Neolitico evidenziava atteggiamenti di pura utilità per il felino, per il quale più gente presente equivaleva a più cibo a disposizione, ricambiando questa comodità con una serie di servizi utili: per questo troviamo i gatti compagni dell’uomo nelle migrazioni e nei viaggi, anche perché tenevano lontani i topi dalle navi, ostacolando il diffondersi di malattie. C’erano gatti sulle navi vichinghe, mentre altri dall’Asia arrivarono ai porti del Mar Rosso, seguendo le vie commerciali. (almo)



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