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Dalla parte dei pelosi (e non)

Papà, mi compri un’iguana?

mar 17 nov 2020 11:11 • By: Alberto Mosca

Valentino Santini e il suo rapporto con i rettili

Correva l’anno 1995 quando a casa Santini, in quel di Malé, arrivò una coppia di iguane, possiamo dire le prime nelle valli del Noce e forse in Trentino… in effetti a quell’epoca poteva trattarsi di una prima più unica che rara, che nel tempo ha portato ad una lunga storia di convivenza con questi affascinanti rettili.

“Ancora prima avevamo gli acquari – racconta Valentino Santini – poi dismessi perché diventati troppo impegnativi; allora mio padre li convertì in rettilari, che negli anni successivi hanno ospitato esemplari di iguane verdi (Iguana iguana), draghi d’acqua cinesi (Physignathus cocincinus) e draghi barbuti (Pogona vitticeps).

“Le iguane, maschio e femmina, diventarono poi troppo grandi per un appartamento, 1,10 m lui e 1,30 m lei, tanto che virammo sui draghi d’acqua e i barbuti, di taglia più piccola, al massimo 50 cm. Inoltre – spiega Valentino – queste specie davano meno problemi normativi riguardo ai rischi di estinzione, dato che sono prolifici anche in cattività: mio papà fece nascere i piccoli di Merlino e Morgana (i due draghi d’acqua), grazie ad una incubatrice fatta in casa…”

A loro poi si è aggiunto Artorius, il drago barbuto, morto di vecchiaia nei mesi del lockdown, all’età di circa otto anni: “Difficile dire se fossero tanti o pochi – commenta Valentino – tuttavia circa il doppio rispetto alla vita in natura, dove questi animali fanno i conti con i predatori e la ricerca di cibo…”

Entrambe le specie sono onnivore, anche se prediligono la carne. Tra le cure che si devono fornire questi rettili, una riguarda il calore e il rinforzamento osseo: “Come tutti i rettili sono eterotermi, ovvero la temperatura del corpo varia con quella dell’ambiente esterno e quindi occorre dotare i rettilari di serpentine calorifere; inoltre, apposite luci al neon, come quelle degli acquari, permettono loro di sintetizzare il calcio per le ossa”. 

Ma quale relazione si instaura con un rettile? “Non si affezionano come un cane, però arrivano a riconoscerti; a me poi i rettili sono sempre piaciuti. Amo tutti gli animali, ho avuto e ho tuttora gatti e cani, ma i rettili mi affascinano: ricordo quando, sulle Black Hills del South Dakota rimasi per molti minuti a guardarmi un serpente a sonagli a due metri di distanza. Ci guardammo per un bel po’, poi se ne andò. E non ho neanche una foto, dato che nella Riserva era proibito fotografare… Tra l’altro anche sulle nostre montagne abbiamo rettili stupendi come i ramarri (Lacerta bilineata e Lacerta viridis), chiaramente protetti e che non si possono tenere in cattività”.

Dopo la morte di Artorius, oggi a casa Santini rettili non ce ne sono: “Ma ci stiamo organizzando per adottarne qualcun altro…”

 



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