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Un mondo a misura di bambino

lun 15 feb 2021 12:02 • By: Lorena Stablum

Il neonatologo Dino Pedrotti: «Impariamo a costruire la società partendo dai più piccoli»

Dino Pedrotti

Vedere il mondo dal basso. Leggerlo, progettarlo e poi costruirlo usando come metro di misura il bambino. «Quello più fragile, quello che viene al mondo pesando solo mezzo chilo. Ecco non c’è nessuno al mondo più fragile di questo esserino ed è da lui, con i suoi bisogni e i suoi diritti, che si deve ripartire». Dino Pedrotti, pediatra e neonatologo, lo dice e lo scrive ormai da anni e prima, nella sua lunga carriera professionale passata tra le mura dell’Ospedale infantile di via della Collina, a Trento, dove ha iniziato come assistente, poi come aiuto-primario e che, quindi, lo ha visto primario, tra il 1985-1997, del reparto di Neonatologia da lui promosso, lo ha anche messo in pratica quotidianamente nella cura dei più piccoli.

Fondatore anche dell’associazione Amici della Neonatologia Trentina nel 1985 e, nel 1998, di un Gruppo trentino di volontariato impegnato in provincia e in diversi stati del sud est asiatico, Dino Pedrotti, a quasi 90 anni, è convinto che per affrontare le sfide che ci attendono in futuro occorra valorizzare la famiglia con i loro bambini, formare ed educare gli adulti alla genitorialità, promuovere interventi efficaci e politiche capaci di creare una cultura di responsabilità.

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«Le future generazioni si possono educare solo in famiglie responsabili – afferma il medico - e recuperando il ruolo strategico e culturale del bambino. Sono principi questi sanciti anche a livello internazionale. Nel 1989, ad esempio, furono emanati nel mondo i Diritti di ogni bambino: il bambino più piccolo non era più “oggetto di proprietà, oggetto di cure”, ma “soggetto titolare dei massimi diritti”. E anche i piani dell’Onu 2015-2030 per un mondo sostenibile fanno riferimento ai diritti delle nuove generazioni. Questo è ciò che abbiamo fatto all’Ospedalino salvando tanti bambini». Allora in Trentino la mortalità infantile era altissima. Quando ho iniziato all’Ospedale infantile moriva un neonato alla settimana. Lavorando sul legame con la madre e sull’allattamento, avviando il centro immaturi e introducendo per il personale alcune misure di profilassi, si riuscì in poco tempo a ridurre drasticamente il tasso di mortalità: una rivoluzione neonatale che portò il Trentino a massimi livelli di eccellenza.

I piccoli pazienti dell'ospedalino

«Viviamo oggi in un mondo confuso – continua il dottor Pedrotti -. Un tempo a mettere disciplina e ordine era l’autoritarismo e il paternalismo. Con quella bellissima storia che fu il ’68 le cose sono cambiate, la società ha rotto l’autoritarismo e ciò ha creato molta confusione. Ci sono tre modi di vedere la vita: dal punto di vista maschile, da quello femminile e, infine, da quello dei bambini. Un mondo che va verso i bambini è un mondo basato su rapporti di fraternità, dove tutti siamo uguali, che ama la pace e non fa la guerra».


Una veduta dell'ospedale infantile di Trento

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