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SOS Sostenibilità

Guardare al passato per un futuro più sostenibile

mer 10 nov 2021 10:11 • By: Lorena Stablum

La transizione ecologica parte dal formaggio di malga

Un simbolo per il territorio e della tradizione diventa l’icona della transizione ecologica, di un modello di economia più sostenibile, rispettoso dei tempi della natura e della biodiversità. La sesta Asta dei Formaggi di Malga, evento inaugurale del Cheese FestiVal di Sole che si è tenuto al teatro di Malé domenica 5 settembre, oltre che un momento di promozione e valorizzazione di un prodotto gastronomico di assoluta eccellenza, è stata l’occasione per riflettere sui paradigmi che hanno portato alla costruzione della società contemporanea.

La malga e il suo prodotto, il Nostrano realizzato dall’abilità dei mastri casari e stagionato da affinatori d’esperienza come Adriano Dalpez, sono stati presi come archetipo del cambiamento, di una transizione che tutti insieme dobbiamo avviare per salvare un pianeta malato, ormai sofferente. L’attuale modello economico - si è detto infatti -, che pure ha avuto il merito di diffondere benessere, non è più sostenibile, non è in grado di risolvere le crisi – sanitaria, economica ed ecologica – che ci investono.

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Servono nuove ispirazioni, ha spiegato, ad esempio, Silvio Barbero, vice presidente dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, segretario nazionale e fondatore di Slow Food, che si possono trarre proprio dai prodotti della tradizione “perché dietro a essi si nasconde la difesa della biodiversità”. “Se vogliamo lasciare in eredità alle future generazioni un mondo vivibile – ha aggiunto Barbero – dobbiamo cambiare i nostri modelli produttivi, a partire dal cibo per arrivare all’organizzazione delle città, al nostro modo di divere. La transizione economica è difficile ma è possibile se in questo cambiamento siamo in grado di individuare dei simboli come il formaggio di malga: prendiamo un prodotto che ha una storia millenaria e lo raccontiamo facendolo diventare veicolo di innovazione”. La tradizione, quindi, che, come hanno ricordato gli chef stellati Alfio Ghezzi e Philippe Léveillè, ormai degli habitué dell’asta, e la new entry Alessandro Gilmozzi, ci mette in connessione con il territorio e ci pone di fronte al senso del limite per traghettarci in un futuro più sostenibile e rispettoso della biodiversità. Ed è proprio attraverso la difesa di quel territorio, con i suoi profumi unici e non replicabili, che passa anche il valore aggiunto di una valle turistica come la Val di Sole, ha concluso il presidente dell’Apt Luciano Rizzi.

Presentata dal direttore di NOS Magazine Sandro de Manincor, l’Asta dei Formaggi ha celebrato la produzione casearia di malga mettendo all’asta 24 forme di Nostrano stagionate tra 1 e 6 anni e prodotti dalle malghe da latte delle Valli di Sole e Rabbi e da altre vallate trentine.



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