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SOS Sostenibilità

Le sfide che generano opportunità

mer 10 nov 2021 11:11 • By: Lorena Stablum

Con Laura Ricci, parliamo di sostenibilità

Laura Ricci, socia e titolare dello studio Vispa, si occupa di sostenibilità da sempre. Fin dal 1997, quando, incuriosita, ha visitato una mostra a Barcellona dedicata allo sviluppo sostenibile che l’ha talmente affascinata e colpita che ha voluto dedicare la propria tesi di laurea al tema della sostenibilità applicata all’informazione, all’educazione e alla comunicazione. Da allora, aiuta aziende di grandi, medie e piccole dimensioni ed enti pubblici a intraprendere azioni concrete sulla strada dell’equilibrio e a raccontarle al pubblico.

La parola sostenibilità è sempre più usata e spesso anche a sproposito. Ci spiega cosa significa?

La sostenibilità ha al centro il futuro. Se andiamo a vedere in internet, nei motori di ricerca, è una delle parole più utilizzate al mondo perché è molto “pop”. Negli ultimi anni ci sono stati cambiamenti importanti grazie ai quali ci siamo resi conto che siamo parte di un pianeta che ha dei limiti e che le risorse vanno utilizzate ma non sprecate, vanno preservate attraverso approfondimenti, studi e azioni misurabili. Occuparsi di sostenibilità significa prima di tutto porsi tante domande a cui dare risposta con un metodo che deve stare alla base del modo di lavorare e di ogni aspetto dell’organizzazione aziendale verso un miglioramento continuo.

A che punto siamo in Trentino sui temi della sostenibilità?

Nella nostra provincia partiamo da una situazione di avanguardia. In tutte le ricerche emerge come il Trentino sia una delle province italiane in cui si riesce a vivere meglio perché esistono condizioni positive che consentono questo. Mediamente, la mentalità dei trentini è improntata verso una certa responsabilità, e questo è bene dirlo. Questo territorio, attraverso le strutture preposte, è molto più attento rispetto ad altri all’analisi e al controllo dei risultati. Certamente, esistono conflitti latenti e ampi spazi di miglioramento, ma il nostro è un territorio dove mediamente c’è attenzione e cura sia da parte della comunità che delle aziende.

Autoroen Aprile

Lei è stata una sindaca fino a poco tempo fa. Se oggi fosse a capo del governo provinciale, da quali aspetti partirebbe per lavorare sulla sostenibilità?

Personalmente, lavorerei sull’aumento della consapevolezza della popolazione per far capire la grande ricchezza che abbiamo in Trentino. Aumentare la consapevolezza significa attribuire un valore al luogo in cui vivi e, quindi, difenderlo. Mantenere uno sviluppo equilibrato è fondamentale per un territorio come il nostro che ha tantissime ricchezze, ma molto fragile. Lavorerei sulle persone affinché si rafforzi la consapevolezza che tutto ha un limite, che va bene utilizzare le risorse ma che bisogna capire bene come utilizzarle e fino a che punto, che le scelte che si fanno adesso avranno conseguenza sulle generazioni future, che queste vanno fatte su previsioni di limitatezza ipotizzate dalla scienza.

Operare sulla sostenibilità, oltre a fare bene al pianeta, quanto è importante oggi nella comunicazione aziendale?

Certamente. Cosa fa un’organizzazione o un’azienda sul campo della sostenibilità e comunicarlo diventa sempre più importante. I consumatori e la comunità sono sempre più attenti su questi aspetti. Bisogna fare attenzione, però. Bisogna essere credibili e dare seguito alle azioni che si comunicano. La comunicazione funziona solo se ciò che tu, azienda, comunichi è ciò che tu realmente fai. Le scorciatoie funzionano poco. Naturalmente, sono importanti anche gli investimenti che si fanno in comunicazione, ma quello che conta è che si comunichi quello che si fa davvero.

Molte aziende oggi investono nel bilancio di sostenibilità. Ci spiega che cos’è e come può aiutare un’impresa a migliorarsi?

È un testo che contiene degli indicatori di rendicontazione che gli imprenditori mettono a disposizione dei propri stakeholder per comunicare quanto fanno sui temi della sostenibilità. Si parte dalla somministrazione di questionari quantitativi e qualitativi per capire quali temi in azienda sono sentiti come prioritari e che, quindi, andranno esplicitati maggiormente nel bilancio. Si passa alla verifica dell’esistente attraverso l’analisi dei dati aziendali incrociati con le previsioni dell’Agenda 2030 e c’è poi una parte di piano di sostenibilità che sono gli obiettivi di sviluppo sostenibile che tocca in modo circolare i vari temi. Il bilancio di sostenibilità diventa, quindi, un supporto alle decisioni dell’azienda. I bilanci di sostenibilità sono strumenti che sono tenuti sempre più in considerazione anche dal modo della finanza e del credito.

Emas, Paes e Pric… sono tutti strumenti pensati per consentire ai comuni di migliorare la propria impronta ecologica. Ma, in concreto, a che punto siamo nelle amministrazioni pubbliche?

Siamo all’anno zero. Rispetto a quasi 20 anni fa, oggi non c’è una visione per il futuro che riguardi i comuni e la sostenibilità. Ognuno fa un po’ quello che vuole e che può. Il progetto dell’Emas (la certificazione ambientale per la valutazione, la relazione e il miglioramento delle prestazioni ambientali, ndr) resiste in qualche comune, come ad esempio, in quelli dell’alta Val di Sole, ma si è praticamente bloccato. Eppure aveva dato una grande mano alla riorganizzazione degli uffici tecnici, a esempio, nell’assunzione di dati. Anche il Paes (Piano d'azione per l'energia sostenibile, ndr) è finito in nulla. Visto che è in ballo la riforma delle Comunità di valle, perché non fare in modo che le politiche di sostenibilità dei territori vengano gestite direttamente dall’ente intermedio liberando in questo modo i Comuni che già devono seguire molti altri aspetti? Spesso, poi, i Comuni attuano interventi in direzione della sostenibilità ma non riescono a comunicarli abbastanza o nel giusto modo. 



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