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SOS Acqua

Quanta acqua in futuro?

gio 30 dic 2021 10:12 • By: Giacomo Poletti

La quota neve tenderà a salire, lasciando spazio alla pioggia anche ad alta quota e questo aumenterà il rischio idrogeologico e il ruscellamento rapido

Quale sarà la disponibilità d’acqua nel Trentino del futuro? Rispondere a una simile domanda non è (ovviamente) facile, ma c’è da dire che la comunità scientifica concorda su alcuni punti fermi legati a doppio filo al cambiamento climatico. Vediamo allora come viene dipinto lo scenario per i prossimi decenni - fino a fine secolo - per le valli del Noce, dal punto di vista della disponibilità della più preziosa delle risorse, l’acqua.

Una prima analisi può partire da quel che si è modificato negli ultimi anni. Tutti sappiamo che le temperature medie sono cresciute, ma cosa possiamo dire delle precipitazioni? Si notano trend di lungo periodo? L’argomento è complesso ma in definitiva sembra sia corretto affermare che le precipitazioni sul Trentino non stanno mostrando variazioni sostanziali di quantità. Non mancano tuttavia le evidenze di un fenomeno nuovo: si tratta della maggior persistenza delle fasi meteorologiche, le quali portano così sia a un aumento di siccità, sia a un aumento del rischio alluvionale. È una contraddizione? No, questo cambiamento è infatti causato dall’aumento delle temperature globali. Le anomalie di temperatura sono però molto maggiori sull’Artico rispetto alle zone tropicali (la scomparsa del ghiaccio marino, bianco e riflettente, gioca un ruolo notevole).

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E la corrente a getto, il forte vento d’alta quota che comanda il “tempo” ed è tanto più forte quanto più forti sono le differenze di temperatura fra circolo polare e fascia tropicale, sta cambiando. La corrente diviene meno intensa, con ampi serpeggiamenti da nord verso sud. Ciò porta alle cosiddette fasi di blocco, con un tipo di meteo che diventa persistente, quasi identico per settimane. Quindi, se è vero che le precipitazioni totali sono costanti, così non è per il loro regime, con una diminuzione dei giorni di pioggia annuali ma un parallelo aumento dell’intensità degli episodi. Specie sul Centro/Sud Italia si sta osservando poi una maggiore ingerenza degli anticicloni subtropicali in estate - con siccità - e al contempo un maggior blocco delle perturbazioni.

Questa circolazione “a rilento” potrebbe prendere il posto del meteo più dinamico del passato.

Un regime che metterà in difficoltà le nostre falde acquifere di versante in estate, mentre le falde di fondovalle soffriranno meno. Da sottolineare inoltre la prevista maggior intensità e persistenza delle piogge, con maggiori rischi alluvionali.

La quota neve tenderà a salire, lasciando spazio alla pioggia anche ad alta quota - e questo aumenterà il rischio idrogeologico e il ruscellamento rapido - mentre il contenuto di vapore acqueo nell’aria aumenta proporzionalmente alla temperatura. È un concetto semplice, l’aria più calda genera piogge più abbondanti. Il regime dei nostri torrenti e la disponibilità d’acqua come cambierà di conseguenza? Se i trend di previsione per le Alpi sono ancora oggetto di discussione fra gli esperti, è probabile supporre una espansione del rischio di alluvioni in pieno inverno, con fasi di magra intensa in estate sotto gli anticicloni di blocco. Continuerà a nevicare in quota in inverno, ma i ghiacciai diventeranno più marginali per via delle estati estremamente calde. A fine agosto quindi, quando sarà fusa tutta la neve dell’inverno precedente, torrenti e fiumi potrebbero subire delle magre molto pronunciate, facendo assomigliare i regimi alpini a quelli dei corsi d’acqua appenninici.



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