gio 30 dic 2021 11:12 • By: Lorena Stablum
L’acqua, bene prezioso. Bene economico
L'acqua è un bene prezioso anche sotto il profilo economico, soprattutto in Trentino. Secondo il Rapporto 2020 sullo stato dell'ambiente, l'uso idroelettrico movimenta infatti i maggiori volumi di acqua, pari a circa il 91% del totale. Segue l’utilizzo ittiogenico (3,4%), agricolo (3,1%) e quello civile (1,6%). In questo panorama, il bacino imbrifero del fiume Noce, dove insistono le grandi derivazioni idroelettriche del Creser-Malga Mare, Cogolo-Fontanino, Taio-Santa Giustina e Mollaro-Mezzocorona, è uno dei più interessanti dal punto di vista economico: è qui che si concentra gran parte della produzione di energia idroelettrica della Provincia di Trento con 25,15 Gwh derivanti da impianti di piccola dimensione, 187 Gwh di media dimensione e 663,19 Gwh di grandi dimensioni (dati Aprie, 2018). E non è un caso, quindi, che proprio qui sul fiume che unisce tre valli - la Val di Sole, dove ha origine, la Val di Non e la Piana Rotaliana, dove si getta nell’Adige – sia in corso ormai dal 2007 un acceso dibattito sull’utilizzo e sulla gestione delle sue acque tra associazioni di protezione ambientale e comitati di cittadini, enti pubblici e società private. Dibattito, come noto, che si è concentrato e soprattutto nella parte alta del torrente, quella solandra dove più insistenti sono state negli anni le ambizioni di guadagno legate allo sfruttamento idroelettrico del fiume: nel periodo successivo alla moratoria temporanea decisa dalla Provincia con la legge Finanziaria del 22 aprile 2014, il Comitato permanente di salvaguardia del fiume Noce era arrivato a contare almeno 30 istanze di concessione idroelettrica sul Noce e sui suoi affluenti che si affiancavano alle molte concessioni rinnovate, modificate e già rilasciate dai Servizi provinciali competenti a partire dal 2007 (si veda la tabella).
A mettere ordine in questa selva di richieste ci pensò la
Provincia che tra la fine del 2016 e il 2020 rigettò, dopo la verifica da parte
dei Servizi provinciali competenti, buona parte delle richieste pubbliche e
private senza peraltro riuscire a mettere una parola definitiva sulla questione
vista anche la recente sentenza emessa dal Tribunale Superiore delle Acque
Pubbliche in favore della Società Studio Tre srl e visti i diversi ricorsi
ancora pendenti contro le scelte fatte dall’ente provinciale, che potrebbero
rimettere in discussione lo status quo. In questo contesto, si innesta anche il
progetto di “tubone†irriguo finalizzato a portare acqua in Val di Non per
irrigare le coltivazioni della mela e risolvere così i problemi di
approvvigionamento idrico dovuti anche all’applicazione delle norme sul
deflusso minimo vitale (Dmv). Secondo le stime, con la messa in pratica del Dmv
in base al Pguap, alle Valli del Noce mancherebbero in circa 12 milioni di
metri cubi annui (4,8 l/s per kmq). Il progetto ha dato vita a una grande
sollevazione popolare con la sottoscrizione da parte di oltre 30.000 persone
della petizione popolare lanciata in agosto dal Comitato permanente per la
difesa delle acque del Trentino per “fermare nuovi e insostenibili prelievi
idrici a scopo idroelettrico e irriguo nel bacino del Noce in Val di Soleâ€.L'elenco delle concessioni irrigue in Val di Non e Sole a questo link. L'elenco delle concessioni idroelettriche in Val di Non e in Val di Sole a questo link.