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SOS Acqua

Manca l'acqua per il rafting

gio 30 dic 2021 11:12 • By: Lorena Stablum

La proposta di Fantelli: istituire un deflusso minimo navigabile

Non sono solo i meleti della Val di Non ad avere bisogno di acqua. Anche gli sport fluviali praticati nella vicina Val di Sole si trovano spesso a fare i conti con la mancanza di un livello minimo di acqua, sufficiente, cioè, a garantire la navigabilità con gommoni e canoe. Un fenomeno che nel fiume Noce, paradiso del rafting ormai riconosciuto a livello internazionale, si è ripetuto anche la scorsa estate, nel mese di agosto e fino alla metà di settembre, nel bel mezzo della stagione turistica estiva e che è legato alla minore quantità di acqua rilasciata dalle grandi centrali idroelettriche della Val di Peio in alcuni momenti della giornata. Punta di diamante dell’offerta turistica estiva della Val di Sole, il movimento degli sport fluviali conta un’attività autonoma e quattro centri rafting che ogni stagione danno lavoro ad almeno un centinaio di addetti (guide rafting, impiegati e altro), coinvolgono oltre 50 mila persone tra appassionati di rafting e delle altre esperienze outdoor collegate e movimenta oltre 2 milioni di euro di fatturato diretto a cui si aggiunge un indotto stimato in almeno tre volte. A fare il punto della situazione è Alessandro Fantelli, titolare di uno dei centri rafting della valle e vicepresidente nazionale di Fi.Raft (Federazione italiana Rafing), che evidenzia più volte come nella gestione del fiume vadano contemperate le esigenze di tutti i suoi fruitori. “Abbiamo problemi grossissimi di mancanza d’acqua – commenta Fantelli -.

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Spesso ci troviamo ad avere un basso livello di acqua nelle ore in cui ci servirebbe per poter fare le discese con i gommoni. Se prima le centrali rilasciavano l’acqua nelle ore mattutine ora capita spesso che la rilascino nel momento in cui noi torniamo indietro. Ci troviamo a non poter più garantire ai nostri clienti l’esperienza che si aspettano e per la quale hanno scelto la Val di Sole. Per questo chiediamo che, sulla gestione dell’acqua, ci si possa sedere tutti intorno a un tavolo, dai pescatori, ai centri rafting, alle società idroelettriche, al settore agricolo e a tutti gli altri stakeholder, per poter discutere insieme di ogni esigenza e trovare così soluzioni che vadano bene a tutti quelli che del fiume vivono: prima di autorizzare qualsiasi operazione sul Noce – dice ancora Fantelli e il riferimento è anche alla questione del ‘tubone’ della Val di Peio, voluto dal comparto agricolo noneso – si dovrebbe discuterne con tutti. Ci ha scocciato parecchio il fatto che si tentasse di fare le cose sottobanco”. Fantelli propone, quindi, l’idea di un deflusso minimo navigabile e sottolinea la necessità di arrivare a una vera e propria regolamentazione dell’utilizzo del fiume, così come si è fatto, ad esempio, per le piste da sci, al fine di elevare la sicurezza e la qualità dei servizi offerti. “In diverse occasioni abbiamo visto gente che si lanciava nel fiume con i gommoni da mare, senza nessuna preparazione e senza capire la reale criticità del fiume – spiega ancora Fantelli -. Il Noce non è un parco divertimenti, ma è un elemento da conoscere e rispettare. Si deve perciò vietare l’utilizzo del fiume alle persone che non abbiano capacità di navigazione attivando controlli severi e istituendo dei permessi a pagamento. Parlo a titolo personale, ma saremo pronti anche ad autotassarci e pagare una sorta di concessione di utilizzo del fiume. I soldi raccolti in questo modo dovrebbero essere reinvestiti sul Noce per migliorarne ulteriormente i servizi e l’offerta complessiva. Ci piacerebbe che questo percorso di crescita – aggiunge ancora Fantelli – ci fossero l’Azienda per il turismo, la Comunità di Valle e la Provincia”. Infine. Fantelli, da vicepresidente della Fi.Raft, lancia uno sguardo su tutto il movimento sportivo esultando per gli importanti obiettivi raggiunti a livello internazionale da due atlete solandre, che sul Noce sono nate e cresciute. “Il movimento si è sviluppato moltissimo e sono particolarmente orgoglioso del successo ottenuto da Francesca Leonardi e Martina Bonomi ai Mondiali di rafting – conclude -. L’obiettivo della federazione ora è di riuscire a portare la disciplina alle Olimpiadi 2024, cosa che darebbe ulteriore lustro a questo sport e alla nostra valle. Il Noce è diventato una fucina di talenti e la cultura di rispetto del fiume è migliorata molto. Credo che vi abbiamo contribuito anche noi come movimento”.


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