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Ci vuole energia

Una comunità energetica: l’esempio di Riccomassimo

gio 26 mag 2022 16:05 • Dalla redazione

Un modello replicabile anche nelle valli del Noce?

RICCOMASSIMO. Nel 2021 è stata inaugurata la comunità energetica (CER) di Riccomassimo, una frazione del Comune di Storo. Un’iniziativa ancora più significativa pensando all’esiguità di questa comunità, di soli 53 abitanti; un esempio che potrebbe portare a sperimentate nuovi modelli sostenibili di produzione e consumo energetico.

Il progetto è stato promosso dal Consorzio Elettrico di Storo (Cedis), che si occupa di autoconsumo, autoproduzione ed energie rinnovabili nei Comuni di Storo, Bondone e Ledro dal 1904.

Una realtà che ha sempre prodotto energia, con le centrali idroelettriche prima e con quelle fotovoltaiche poi, destinata prioritariamente al consumo dei soci collegati alla rete. Una scelta che è caduta su Riccomassimo anche perché 14 abitanti su 53 sono bambini e ragazzi, il futuro della piccola comunità.  

La comunità energetica di Riccomassimo ha assunto la forma giuridica di associazione di promozione sociale: Aps La Buona Fonte e vi hanno aderito 26 persone del paese.

Il Comune di Storo ha messo a disposizione in comodato d’uso gratuito la copertura delle ex scuole di Riccomassimo, dove in poco tempo è stato realizzato un impianto fotovoltaico da 18 kWp a spese del Cedis, in qualità di produttore terzo.

Il sistema Tesla Powerwall permette di accumulare l’eccesso di energia pulita, in modo tale che le abitazioni del borgo possano usufruirne anche quando non c’è il sole. La app Tesla monitora produzione e consumo e permette anche l’ottimizzazione istantanea dei flussi di energia per ridurre la dipendenza dalla rete elettrica. L’energia prodotta dall’impianto resta nella disponibilità commerciale del Cedis, mentre gli utenti che fanno parte della CER continuano a ricevere la bolletta dal fornitore abituale. Con un incentivo sull’energia condivisa. Il GSE raffronta la curva dell’immissione con la somma delle curve dei prelievi e seleziona per ogni ora il valore minimo tra l’immissione e la somma dei prelievi. Questa è l’energia condivisa, sulla quale viene riconosciuto un incentivo di 0,110 euro/kWh e un’agevolazione tariffaria di 0,008 euro/kWh.

Quest’incentivo viene riconosciuto direttamente alla CER, la quale dà una piccola quota al Cedis per la messa in condivisione dell’impianto. L’Aps potrà decidere come utilizzare gli introiti derivanti dall’incentivo, se suddividerli tra i partecipanti per abbassare il costo dell’energia elettrica o se, per esempio, usarli per costruire un parco giochi per i bambini del paese.  

 

Le Comunità energetiche: un modello che si sta diffondendo

La comunità energetica di Riccomassimo è entrata a far parte, assieme ad altre nove CER, dello studio di RSE, l’ente di ricerca del sistema elettrico. Il PNRR, tra l’altro, ha previsto anche 2,2 miliardi di finanziamenti a tasso zero per le famiglie, le microimprese e i comuni sotto i 5mila abitanti che hanno intenzione di promuovere le comunità energetiche. Lo sforzo, anche da un punto di vista politico, è rivolto a questo tipo di nuove realtà per raggiungere la produzione da fonti rinnovabili. Se finora le comunità energetiche si sono sviluppate soprattutto nei piccoli Comuni o nelle piccole frazioni, in futuro potrebbero diffondersi anche in realtà più grandi. Se finora potevano essere comunità energetiche solo quelle con impianti sotto i 200 kW e con il limite della cabina secondaria, adesso, con la nuova normativa, è possibile raggiungere il mega e allargare l’ambito alla cabina primaria. Le nuove CER che si presenteranno, quindi, saranno più grandi. 

 



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