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Andiamo per malghe

L'agricoltura diventa turismo

ven 23 dic 2022 10:12 • By: l.s.

Giacomo Broch, presidente della Federazione Allevatori

Giacomo Broch e Mauro Fezzi

ll turista non ricerca più solamente la fruizione di un luogo diverso. Sempre di più, il viaggiatore desidera sperimentare una realtà alternativa, che abbia come centro della propria vacanza l’esperienza, il vivere cose che finora non ha ancora provato. In questa prospettiva, il mondo dell’agricoltura gioca un ruolo sempre più importante e attivo nel rispondere a questa nuova domanda esperienziale. Un ruolo del quale è consapevole anche la Federazione Provinciale Allevatori. “L’integrazione agricoltura e turismo è molto importante” commenta infatti il presidente Giacomo Broch.
Presidente, sempre più giovani scelgono di prendere in gestione una malga.C’è effettivamente un ritorno in malga ed è una strada da perseguire. Dobbiamo lavorare sempre di più per offrire opportunità.Cosa ne pensa degli interventi promossi per dotare le malghe di ristoranti e bar?Lo sviluppo delle malghe in chiave turistica rappresenta certamente un’opportunità in più per gli allevatori che, in questo modo, possono integrare il proprio reddito. In questo caso però la gestione della struttura deve essere unica e deve essere affidata a un allevatore. La parte turistico ricettiva non deve essere separata da quella legata all’allevamento, altrimenti l’aspetto agricolo rischia di non essere protagonista e di rimanere in secondo piano. Su questo abbiamo chiesto alla Provincia un aiuto affinché nella gestione delle malghe rimanga prevalente l’aspetto legato all’agricoltura.Quali sono le criticità che si rilevano nella gestione di una malga?
Ci sono diversi problemi. Tra i principali, certamente, la questione dei pascoli che si stanno via via chiudendo a causa dell’imboschimento. Uno dei grandi problemi è dato dalla presenza dei grandi carnivori. Il lupo rappresenta un grande problema così come i cinghiali: questi animali sono diffusi ormai un po’ dappertutto e stanno danneggiando fortemente i pascoli. Serve, poi, anche un controllo sulle modalità di affidamento dei pascoli a imprese non locali. In Val di Sole e in Val di Non è piuttosto marginale, ma serve comunque monitorare e collaborare con gli enti che poi danno in concessione i terreni pascolivi.


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