sab 23 mag 2020 18:05 • By: Fabrizio Brida
L'emergenza vista dai volontari della Croce Bianca di Tuenno
Negli ultimi mesi si è sentito tanto parlare di “eroi in prima lineaâ€. Persone, prima che professionisti, che hanno vissuto da vicino, molto vicino, il diffondersi del contagio, la preoccupazione e lo spaesamento di fronte a un nemico sconosciuto e invisibile, la fatica nel provare a difendere gli altri e se stessi da qualcosa di più grande di noi. Ma anche la speranza di chi il virus l’ha sconfitto, la riconoscenza, gli abbracci a distanza e i sorrisi con gli occhi.
Capita anche che queste persone non lo facciano per professione, non siano retribuite per il servizio che garantiscono, ma siano “semplicemente†impegnate nel volontariato, quello vero, attivo e disinteressato.
È il caso, ad esempio, dei circa 60 volontari della Croce Bianca di Tuenno, schierati fin da subito nella lotta alla pandemia. Pur tra tante difficoltà .
“Per prima cosa abbiamo dovuto cercare di preservare i nostri volontari più anziani, sospendendo la loro attività e quindi il loro apporto – spiega il presidente Stefano Larcher –. Alcuni hanno preferito comunque continuare a dare il proprio contributo, dimostrando un grande attaccamento all’associazioneâ€.
Un altro aspetto critico che la Croce Bianca si è trovata di fronte è stata la carenza di materiale protettivo. “Man mano che i dpi (dispositivi di protezione individuale, ndr) calavano, ci siamo resi contro che ci saremmo dovuti autoproteggere – racconta Larcher –. Ci siamo quindi muniti di tute utilizzate dai contadini per il trattamento con i fitosanitari, dal costo piuttosto elevato. Tanti rivenditori, però, hanno dimostrato una grande sensibilità venendoci incontro con sconti particolariâ€.
Anche i macchinari acquistati per la sanificazione hanno inciso sul bilancio. “Abbiamo comprato una macchina a vapore disinfettate e una macchina ad ozono – rivela il presidente –. Essendo la nostra un’associazione senza dipendenti, fortunatamente avevamo un po’ di soldi da parteâ€.
Il servizio offerto, invece, è cambiato: se prima si lavorava sugli appuntamenti programmati il lunedì, il martedì e il mercoledì mattina, mentre il giovedì, il venerdì e una domenica sì e una no erano dedicati alle urgenze, nell’ultimo periodo la Croce Bianca di Tuenno è stata chiamata a gestire solo emergenze, anche perché sono state ridotte al minimo le situazioni superflue e gli interventi non indispensabili.
“All’inizio il nostro impiego è stato limitato, quando poi è scoppiata l’epidemia sono state coinvolte tutte le macchine disponibili – ricorda Larcher –. Il servizio è cambiato completamente: tutte le procedure, il modo di salire in ambulanza, gli accorgimenti. Prima non avremmo mai pensato a una situazione del genere. Ci siamo trovati sotto una pioggia di protocolli da seguireâ€.
Questo non ha comunque scoraggiato i volontari. “Montare in servizio con il pensiero di andare incontro a un possibile contagio non è semplice – confessa il presidente della Croce Bianca di Tuenno –. Fortunatamente siamo riusciti a uscire sempre protetti. Ci tengo a ringraziare chi ha svolto i turni, chi si è occupato delle pulizie, sia delle ambulanze che della sede – conclude Larcher –. Tutto è stato amplificato nell’ultimo periodo. Per questo ogni donna e ogni uomo della Croce Bianca merita un ringraziamento specialeâ€.