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Amblar e Don: una fusione ben riuscita (27)

mer 12 mag 2021 13:05 • By: Federica Chini

A poco più di sei mesi dalle elezioni comunali, NOS Magazine intraprende un viaggio tra i comuni delle valli del Noce, ascoltando le voci dell’amministrazione e, dove presente, della minoranza. Stavolta andiamo ad Amblar Don

La chiesa di Amblar e il sindaco Marches

AMBLAR DON. La cura e la valorizzazione del territorio nonché la prosecuzione delle progettualità già avviate negli anni precedenti sono il cardine del programma di governo dell'amministrazione comunale guidata dal riconfermato sindaco Giuliano Marches, il primo della nuova municipalità nata dalla fusione delle municipalità di Amblar e Don, avvenuta 5 anni fa.

Com'è il bilancio di questi 6 mesi di amministrazione?

Prima di tutto dobbiamo concludere quanto progettato negli anni precedenti, dopodiché potremo programmare gli interventi futuri. Rispetto alla passata legislatura, c'è stato un ricambio dei componenti della giunta comunale.

Quali sono le priorità da concludere quanto prima?

Alcuni interventi in materia di risparmio energetico grazie ad un finanziamento proveniente dal Ministero degli Interni dedicato ai Comuni con meno di 1000 abitanti, nello specifico il miglioramento dell'illuminazione ed il cambio dei serramenti del municipio. Altrettanto importante è la posa della pavimentazione in porfido in piazza ad Amblar nonché il completamento della fibra ottica in rame: grazie ad un accordo con la Provincia e Open Fiber, ogni abitazione ne potrà disporre.

Elektrodemo

Un'iniziativa certamente rilevante dato che ora molti lavorano in smart working e necessitano di una connessione a Internet efficiente al massimo.

I progetti per i prossimi anni?

Vorremmo potenziare la viabilità interna alle due frazioni e mettere a punto un caricabotte per l'acqua. Anche l'arredo urbano avrà ampio spazio nei nostri piani: vogliamo infatti migliorare ulteriormente la qualità della vita nel nostro Comune, la cui popolazione negli ultimi anni è aumentata del 10%. Un segnale che sul nostro territorio si vive bene e della volontà dei giovani di restarci a vivere, professionalmente incentivati dai fiorenti settori manifatturiero e dell'artigianato. La nostra è una delle municipalità a più alto indice contributivo, un dato anche questo che fa riflettere. Possiamo fare molto per mantenere e valorizzare il patrimonio ambientale e paesaggistico a nostra disposizione, scoraggiando le colture intensive e creando nuovi sentieri in collegamento con i paesi limitrofi. Non scordiamoci poi delle potenzialità culturali e turistiche di Casa Endrici a Don – la casa natale del vescovo Celestino Endrici -, la quale attualmente è aperta grazie all'opera di un gruppo di volontari. Una considerazione riguardo ai Comuni di montagna: i costi standard sono sicuramente superiori a quelli di pianura, eppure veniamo penalizzati da tagli, nonostante il notevole impegno al presidio ed alla manutenzione del territorio, specie in occasione di fenomeni metereologici sempre più intensi. A questo proposito, vorrei ringraziare i Vigili del Fuoco per la loro costante abnegazione e presenza in tal senso. Ci servirebbe maggiore sostegno economico perché agevoliamo la permanenza della popolazione nel Comune.

Qual è il suo giudizio del processo di fusione, a 5 anni dal suo avvio?

In termini amministrativi da noi si può dire che sia riuscito, perché le due entità hanno sempre dialogato ed avuto stretti contatti. Del resto, il nostro è un ambito territoriale ridotto rispetto ad altrove e questo a mio parere è un punto a favore nei rapporti tra le frazioni. C'è infatti il rischio, nei nuovi Comuni nati da fusione in ambiti più estesi, che i centri minori si riducano ad anonime periferie, portando ad una disaffezione della popolazione nei confronti del territorio. Ogni ex municipalità ha infatti una storia e delle tradizioni che devono essere preservate.



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