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La Val di Sole tra 20 anni è più bella, sostenibile e attrattiva

sab 29 mag 2021 15:05 • By: Lorena Stablum

Parte il processo partecipativo Ritorno al Futuro che coinvolgerà la comunità nell'ideazione del futuro del territorio

VAL DI SOLE. La destinazione turistica non esiste. Potrebbe sembrare un paradosso sentire un’affermazione simile in una valle, come la Val di Sole, che è una destinazione turistica e che di turismo vive ormai da lunghi anni. Eppure è questo uno dei punti di partenza del progetto “Ritorno al futuro” presentato ieri sera, in una location particolarmente suggestiva data dagli ambienti della centrale idroelettrica di Pont a Cogolo, dal presidente dell’Azienda per il turismo delle Valli di Sole, Peio e Rabbi Luciano Rizzi e dal direttore Fabio Sacco in una diretta streaming curata dall’agenzia Nitida Immagine.

Il progetto, promosso in collaborazione con i Comuni e la Comunità di valle, ha l’ambizione di disegnare il volto della Val di Sole del futuro, di progettare una nuova Val di Sole, più sostenibile e più bella da vivere, nella quale le imprese sono innovative e capaci di attrarre competenze manageriali, dove i giovani sono protagonisti e in grado di fare la differenza, in cui il turismo contribuisce alla protezione e alla rigenerazione dell’ambiente naturale. Un percorso che proverà a immaginare come sarà il territorio tra una ventina d’anni attraverso un processo partecipativo che coinvolgerà l’intera comunità della valle partendo dai valori che stanno alla base del territorio per poi individuare quegli interventi concreti – infrastrutturali ma anche di prodotto o di processo – da attuare in maniera efficace e percepibile.

«L’Apt, da sempre, si sente il carico di guardare al futuro - ha spiegato Rizzi -. È un’idea che avevamo da sempre ma è stata anche da una richiesta che ci è venuta da qualche amministrazione.

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Questo è un progetto che è del territorio e che si fa insieme». I temi sui quali si andrà a lavorare nei prossimi mesi saranno quelli mutuati dal triangolo della sostenibilità: ambiente inteso come rigenerazione, economia che diventa imprenditorialità e società declinata come nuove generazioni. Al centro di tutto la qualità della vita per turisti e residenti. «Questo progetto vuole abbattere un altro muro – ha evidenziato infatti Sacco –: quello che vuole che la progettazione turistica si rivolga solo ai nostri ospiti. Non è così. Sia l’ospite che il residente sono persone, sono abitanti di questo territorio, chi più a lungo chi per un periodo più breve, e quindi le esigenze, in qualche modo collimano. C’è un terreno comune e su quel terreno comune si può davvero giocare un’idea di futuro diversa».

L’incontro, moderato da Alessandro Bazzanella di Trentino School of Management, che è partner scientifico del progetto, ha visto la partecipazione di diversi relatori che sui quattro temi individuati hanno portato, oltre alla propria esperienza, anche casi studio da cui trarre ispirazione. Nell’intervento introduttivo, Barbara Poggio, prorettrice alle politiche di equità e diversità dell’Università di Trento, ha invocato un cambio di strategia nel disegnare la montagna e i turismo del futuro: «Le sfide di oggi si devono conciliare con le specificità del luogo – ha sottolineato - rendendo tutti gli attori parte attiva del processo e tenendo conto delle diversità, a cominciare da quelle generazionali e di genere, promuovendo infrastrutture al servizio comunità e facendo leva sull’accessibilità ai servizi e sull’alfabetizzazione digitale”. Signe Jungersted di GroupNAO (Copenaghen), ha quindi evidenziato come tutti, residenti e turisti, siano parte di una medesima destinazione turistica. In questo senso, ha aggiunto, la destinazione turistica non esiste. «Il valore del turismo – ha affermato ancora – non sta nel lavorare solo una stagione, o nel massimizzare il numero di turisti. Ma risiede nella sua capacità di migliorare la qualità della vita delle persone che risiedono in quel luogo». Patrick Kofler di Helios (Bolzano), invece, ha portato un nuovo modello di imprenditorialità basata non più solamente sull’ammontare dei fatturati, ma improntata a quello che ha definito «l’economia del bene comune», fondata cioè su valori. In questo quadro, avranno un ruolo determinante le nuove generazioni, sottolinea Veronica Barbati, consigliere di presidenza con delega ad ambiente e agricoltura del Consiglio Nazionale Giovani e delegata nazionale Coldiretti Giovani Impresa. Fabio Renzi, Segretario generale della Fondazione Symbola, infine, ha messo evidenza le sfide che attendono la montagna. «Dobbiamo superare il concetto di tutela, che fa riferimento al presente, e puntare sull’idea di conservazione, che implica un progetto per il futuro – ha aggiunto -. Tra vent’anni vogliamo una montagna abitata, non soltanto visitata». A introdurli quattro giovani solandri che nella valle e nella loro attività hanno saputo fare, appunto, la differenza.

Infine, un saluto è venuto anche dall’assessore al turismo della Provincia Roberto Failoni che ha sottolineato l’importanza, in questo momento, di partire di ripartire dopo lo stop dovuto alla pandemia.



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