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Mele, in Trentino si torna alla produzione di 500.000 tonnellate

mar 10 ago 2021 16:08 • Dalla redazione

Si stima un calo del 4% a livello italiano, in crescita del 10% il raccolto in Europa

TRENTO. Le stime di produzione per il 2021 prevedono un raccolto di mele in Europa a 11.735.000 tons., con un incremento del 10% rispetto allo scorso anno, ma perfettamente in linea (1%) con la media dei tre anni precedenti. Per l’Italia, invece, si stima una produzione totale inferiore del 4% rispetto allo scorso anno con un Trentino che torna sotto le 500.000 ton. Sono i dati illustrati durante la consueta conferenza Prognosfruit, momento fondamentale di confronto per i produttori melicoli dell’Emisfero Nord per conoscere e commentare le previsioni di produzione di mele per la stagione 2021/2022, che si è tenuta giovedì 6 agosto in forma virtuale.

IN EUROPA

Dopo il raccolto inferiore della scorsa stagione, spiega il comunicato stampa di Assomela, la produzione attesa dovrebbe crescere in diversi paesi Europei. Si stima un incremento per il raccolto della Polonia che torna ai livelli elevati con una produzione di 4.170.000 tons. (22% sul 2020). Paesi come Ungheria, Spagna, Croazia e Portogallo segnano a loro volta un aumento della produzione, rispettivamente del 49%, 28% 18% e 12%.

È prevista una produzione in aumento per la Germania (6%), un paese rilevante per l’export italiano in Europa, così come per la Francia (3%) e il Belgio (14%).

Perdono quote importanti la Slovenia (-59%) e la Grecia (-28%) e si registra una diminuzione della produzione nel nord Europa come la Danimarca (-25%), Lituania (-47%), Lettonia (-14%) e la Svezia (-16%), in ogni caso con un evidente effetto dei ritorni di freddo in fioritura. La produzione del Regno Unito cala leggermente (-3%).

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Dal punto di vista qualitativo si attendono calibri leggermente inferiori dello scorso anno, sia per effetto delle temperature che hanno influito sullo sviluppo cellulare sia per la scarsità di pioggia in alcune regioni, ma comunque in linea con la media degli anni precedenti. Si prevede anche un ritardo generalizzato della raccolta di almeno una settimana nella maggior parte dei paesi europei.

L’ANDAMENTO VARIETALE

La Golden delicious, dopo il calo dello scorso anno, si riporta a 2.120.000 tons., con una crescita dell’8% rispetto al 2020, ma resta comunque lontana dai volumi record del 2015, 2016 e 2018. Continua a crescere la Gala, per la quale è previsto un record di produzione a 1.563.000 tons (+8%). La cultivar Jonagold segna un aumento della produzione di 34%. Per la Red Delicious, si prevede una riduzione del 3% rispetto allo scorso anno e si stima una diminuzione anche per le Granny Smith (-18%), Cripps pink (-12%) e Fuji (-4%).

Continua la corsa delle cosiddette “Nuove varietà” (club) che superano le 375.000 tons. e segnano una crescita del 12% rispetto allo scorso anno.

LA SITUAZIONE ITALIANA

Per l’Italia si stima una produzione totale di 2.045.611 tons., leggermente inferiore a quella dello scorso anno (-4%). Per quanto riguarda le singole regioni, risale del 5% la produzione dell’Alto Adige, ma torna sotto le 500.000 ton. il Trentino, mentre calano tutte le altre regioni a causa delle gelate primaverili che hanno provocato danni rilevanti in diversi territori di pianura e su alcune varietà in particolare.

La produzione biologica nel nostro paese fa segnare un record, con oltre 203.400 tons., pari al 9,9% del totale, che porta l’Italia ancora una volta ad essere il primo produttore di mele biologiche in Europa.

Stabile la Golden Delicious per la quale ci si attende un raccolto superiore del 4% rispetto alla scorsa stagione ma che rimane comunque del 14% inferiore alla media degli ultimi 5 anni (escluso 2017). Stabile rispetto allo scorso anno anche la Gala, che con le 378.000 tons. rimane la seconda varietà in Italia. 

Calano del 18% la produzione della Red Delicious, così come la produzione di Granny Smith (-31% sul 2020) e la Renetta (-31% sul 2020), varietà più interessate dagli effetti del freddo primaverile. La Fuji cala del 9% rispetto allo scorso anno. Così come a livello europeo, toccano invece un record di 138.000 tons. le nuove varietà, in particolare le varietà club, che aumentano del 37% rispetto al 2020.

Le gelate primaverili hanno certamente influito anche sui danni qualitativi, con calibri inferiori al 2020, ma comunque in linea con le annate precedenti ed un ritardo della raccolta di circa una settimana nella maggior parte delle aree produttive italiane. Dal punto di vista fitosanitario non si rilevano problemi particolari. La cimice asiatica risulta essere al momento meno presente del 2019 ma la popolazione sembra maggiore dello scorso anno e quindi la situazione è monitorata con molta attenzione.

Ad oggi si può prevedere una quantità di mele destinate al mercato fresco di 1.769.377 tons, in leggero calo rispetto allo scorso anno, un volume 6% inferiore allo scorso anno e 8% inferiore alla media dei cinque anni precedenti (tranne il 2017).

 



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