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Alta Val di Non, sinergia tra allevamento e frutticoltura per lo smaltimento dei liquami

mer 01 dic 2021 19:12 • Dalla redazione

Confronto pubblico tra gli assessori Tonina e Zanotelli, i rappresentanti istituzionali locali e il mondo zootecnico locale

VAL DI NON. Favorire il trattamento degli “effluenti zootecnici” e sostenere il loro utilizzo sotto forma di fertilizzante in agricoltura, oltre che per la produzione di energia. Le azioni per una gestione sostenibile di liquami e letame nella Zona vulnerabile ai nitrati del rio Moscabio, in Alta Val di Non, sono state al centro del confronto tra la Provincia, l’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente, la Fondazione Edmund Mach, i rappresentanti istituzionali locali e quelli del settore agricolo. L’incontro - ospitato dal teatro parrocchiale di Fondo - è servito a valutare in modo condiviso le possibili iniziative. All’appuntamento hanno preso parte il vicepresidente della Provincia Mario Tonina, l’assessore provinciale all’agricoltura Giulia Zanotelli, i sindaci di Borgo d’Anaunia Daniele Graziadei, Cavareno Luca Zini, Romeno Luca Fattor, Ronzone Marco Battisti, Ruffré Mendola Donato Seppi e Sarnonico Emanuela Abram, il vicesindaco di Dambel Marco Verber, il commissario della Comunità Val di Non Silvano Dominici, oltre ai referenti della Federazione provinciale allevatori, della Fem, di Apot, del Consorzio Vini del Trentino, della cooperativa Alta Anaunia Bio Energy e della Stazione forestale di Fondo.

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La zona dell’Alta Val di Non è stata individuata dalla Giunta provinciale come “Zona vulnerabile da nitrati di origine agricola (ZVN)”, sulla base delle indicazioni contenute nelle normative europee. Dai dati di monitoraggio nel quadriennio 2016-2019, il rio Moscabio è stato designato corpo idrico eutrofico (ricco di nutrienti) e sul suo bacino è stata delimitata una ZVN, per la quale dovrà essere disposto entro il prossimo mese di giugno un Programma d’azione volto a individuare soluzioni e iniziative per ridurre l’apporto di nitrati alle acque superficiali e sotterranee.

L’Alta Val di Non, caratterizzata da un’alta e pregiata vocazione zootecnica, è stata inserita come area pilota nell’Accordo di programma “Gestione sostenibile degli effluenti zootecnici”, approvato dalla Giunta e finalizzato a promuovere soluzioni tecniche innovative per i liquami e il letame, volte a migliorare la loro qualità agronomica e a creare possibilità di cessione di una parte di essi al settore frutticolo e viticolo. La realizzazione di questa filiera corta, nell’ottica di economia circolare, porterebbe vantaggi sia agronomici – grazie al valore dei prodotti provenienti da adeguati trattamenti dei reflui zootecnici – sia miglioramenti ambientali, soprattutto a favore della qualità dei corsi d’acqua (come il rio Moscabio) che attualmente non raggiungono gli obiettivi ambientali previsti dalla normativa vigente.

L’obiettivo, che ha raccolto l’interesse di allevatori e coltivatori (con il presidente di Apot Ennio Magnani e il rappresentante del Consorzio vini del Trentino Stefano Rizzi), è dunque quello di favorire l’economia circolare che passa dalla zootecnia alla frutticoltura, oltre che di valutare l’ampliamento dell’impianto per la produzione di biogas a Romeno, concepito per la lavorazione dei reflui di circa un migliaio di Uba (Unità di bestiame adulto).



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