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Progetto cervo al via

sab 14 mag 2022 15:05 • Dalla redazione

Ieri in Val di Rabbi e Peio i primi incontri di presentazione del programma di prelievo nel Parco dello Stelvio

COGOLO. Un prelievo in controllo sperimentale di circa 100-180 cervi all’anno nei primi due anni, che verrà realizzato con la collaborazione dell’Associazione Cacciatori Trentini e sotto il coordinamento e il controllo del Parco e del Corpo Forestale Trentino. Nonostante le numerose perplessità levatesi in Val di Rabbi e anche in Val di Peio (Qui l'articolo), la Provincia non torna indietro e rilancia sul “Piano di Conservazione e gestione del cervo nel Parco Nazionale dello Stelvio – Trentino 2022-2026”, il cosiddetto "Progetto cervo" che consentirà di sparare all’interno dei confini del settore trentino del parco. 

Presentato da un comunicato stampa dell'ufficio stampa provinciale come un’iniziativa per “mitigare e ridurre gli squilibri ecologici attualmente causati dai numerosi cervi presenti all’interno dei confini del settore trentino del Parco nazionale dello Stelvio, in un arco di tempo di almeno 5 anni, per ridurre la perdita di biodiversità determinata dalla elevata densità della popolazione animale e lavorare per un migliore equilibrio e coesistenza tra ecosistemi e attività umane”, il progetto, approvato nei suoi obiettivi e contenuti generali dal Comitato provinciale di coordinamento e indirizzo del Parco, è stato presentato durante gli incontri che si sono tenuti ieri in val di Peio e in val di Rabbi, alla presenza dei sindaci di Peio, Alberto Pretti, e di Rabbi, Roberto Cicolini, delle sezioni locali dell'Associazione Cacciatori Trentini (ACT) e del loro presidente provinciale Stefano Ravelli

Nel comunicato stampa si legge ancora: “Gli effetti e gli impatti generati dall’alta densità di cervi all’interno del Parco – una cifra variabile con gli anni fra i 1.000 e i 2.000 individui nel periodo estivo e autunnale - sono in sintesi: il carico da morso per brucamento sul patrimonio forestale (le gemme delle piantine di rinnovazione); la semplificazione e riduzione dello strato arbustivo e del sottobosco nelle aree di forte concentrazione invernale con gli effetti a cascata sulla biodiversità forestale; gli impatti sui prati a sfalcio, su cui il cervo si alimenta nei mesi primaverili (che causano ammanchi di fieno di circa il 20-30%) e i fenomeni di competizione con il camoscio e il capriolo, che hanno visto una significativa riduzione di queste specie a favore del cervo”.

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I risultati che il Piano si propone di raggiungere sono quindi la riduzione dei danni causati dalla specie a prati e patrimonio forestale e una crescita delle popolazioni di capriolo e camoscio all’interno del Parco.

La storia del progetto

Il Parco dello Stelvio ha iniziato ad affrontare il tema delle elevate densità di cervo nel proprio territorio e degli impatti esercitati sugli ecosistemi e sulle attività economiche fin dal 1997. Stimando all’epoca una popolazione di circa 2.600 cervi, di cui 1.700 all’interno del Parco, e considerato il forte impatto sulla rinnovazione forestale, tra il 1998 e il 2000 è stato elaborato il “Programma triennale di indagine e sperimentazione per una gestione del cervo nel Parco Nazionale dello Stelvio”, che prevedeva una riduzione della popolazione verso valori soglia di 7-8 cervi per kmq, attraverso l’aumento dei prelievi venatori all’esterno dei confini dell’area protetta durante la fase invernale. 

A seguito della prima fase di studio e di programmazione, realizzata tra il 2001 e il 2007, è stata verificata l’inefficacia della strategia adottata, in quanto l’entità delle migrazioni della popolazione di cervo si è ridotta notevolmente e le densità all’interno del Parco non si sono ridotte, mantenendo elevati gli effetti e gli impatti sulle altre componenti degli ecosistemi. Nel 2008 è stato pertanto redatto e approvato il “Progetto Cervo - Piano di Conservazione e Gestione del cervo nel settore trentino del Parco Nazionale dello Stelvio e nel Distretto faunistico Val di Sole”. A fronte di una stima della popolazione in Val di Sole di circa 2.900 cervi, di cui circa il 65% presenti all’interno del Parco, il Piano del 2008 ha previsto la realizzazione di abbattimenti di controllo all’interno dell’area protetta, per ridurre gli squilibri ecologici accertati, attraverso la riduzione della consistenza della popolazione di cervo. Sono successivamente seguite altre vicende, fra cui un ricorso giurisdizionale da parte della Riserva di caccia di Rabbi che ha di fatto impedito la prosecuzione del progetto, e l’arrivo dell’inverno 2008-09, particolarmente duro e nevoso, che ha causato una elevata mortalità naturale per fame e ha fortemente ridotto il numero di cervi contribuendo ad avvicinarsi in modo naturale agli obiettivi del Piano (nel 2010, a seguito degli effetti demografici sulla popolazione, si è arrivati a una consistenza stimata di circa un migliaio cervi nel Parco). Dal 2011 al 2017, quindi, il Piano è rimasto sospeso. Nel frattempo la popolazione è tornata a crescere, raggiungendo nuovamente nel 2017 la soglia dei 2.000 cervi nel Parco (circa 3.000 nell’intera Val di Sole). A oggi (2022), la stima della consistenza primaverile del cervo nell’intera Unità di gestione PNS–Val di Sole è di circa 2.900 cervi. E’ possibile stimare che, durante la fase estivo-autunnale, la parte di popolazione presente nel Parco è di circa 1.600 individui.

Nel 2021 è stato effettuato il decennale monitoraggio dell’impatto del morso del cervo sulla rinnovazione forestale, per valutare nuovamente l’entità degli effetti e impatti sugli ecosistemi forestali, ed è iniziata la fase di redazione di una nuova versione del “Piano di Conservazione e Gestione del Cervo nel Parco Nazionale dello Stelvio Trentino all’interno dell’Unità di Gestione Val di Sole”. Al suo interno è stata predisposta una nuova proposta di Piano di Controllo del Cervo 2022-2026, di durata quinquennale. Il Piano di Conservazione e Gestione segue la logica, gli obiettivi, le modalità e i risultati attesi di quanto già pianificato nel 2008, tenendo conto – secondo un processo circolare di gestione adattativa che si basa su una costante acquisizione di informazioni e conoscenze medianti specifici monitoraggi - dell’evoluzione degli impatti esercitati su ecosistemi e biodiversità e delle condizioni della popolazione .

Il Piano prevede quindi due primi anni di prelievo in controllo sperimentale di entità numerica limitata (circa 100-180 cervi) e un successivo triennio di prelievo in controllo con finalità di riduzione della consistenza della popolazione di cervo all’interno del Parco. Le consistenze dei piani di controllo sperimentale e di riduzione verranno decise e rese definitive con la stesura e l’approvazione del Piano quinquennale da sottoporre al parere dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) e autorizzazione dal Ministero per la Transizione Ecologica. Secondo una logica adattativa, i contenuti del Piano saranno progressivamente verificati ed eventualmente rivisti tenuto conto dei dati di monitoraggio e del controllo dei risultati.

La realizzazione del Piano, affidato al Servizio Sviluppo Sostenibile e Aree Protette della Provincia (incaricato anche della gestione del settore trentino del Parco Nazionale dello Stelvio) con il supporto per la vigilanza e il controllo del personale del Corpo Forestale trentino, si basa sulla collaborazione tra il Parco, i cacciatori opportunamente formati per assumere il ruolo di Coadiuvanti alle attività di controllo, con il coordinamento dell’Associazione Cacciatori Trentini (ACT), e le Amministrazioni locali che concorrono a indirizzare l’attività del Parco nell’ambito del Comitato provinciale.

 



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