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Eccellenze del miele nelle Valli del Noce

ven 28 ott 2022 11:10 • By: Giada Gasperetti

Tre Gocce d'Oro 2022: numerosi gli apicoltori premiati nel concorso più importante d’Italia

Roberto Inama

VALLI DEL NOCE. Sono tre gli apicoltori delle Valli del Noce che quest’anno hanno apposto il proprio nome sulla ‘Guida Tre Gocce d’Oro 2022 – Grandi Mieli d’Italia’, il concorso nazionale per la selezione dei migliori mieli.

L’Osservazione Nazionale Miele organizza questo evento ogni anno dal 1981: nel 2022 il concorso ha visto svolgersi la sua 42ª edizione, quella dei record, con 504 apicoltori partecipanti e 1466 mieli.

L’apicoltore che ha vinto le tre gocce d’oro, il premio più ambito, è Roberto Inama, che produce il suo ‘Miele di Melata di Abete’ nei prati e nei boschi di Sfruz.

Il suo miele è stato descritto dalla giuria ‘Ambasciatori del Miele’ – persone che hanno compiuto percorsi molto lunghi per cogliere le proprietà di questo prodotto – come un miele dalla una consistenza vischiosa, con note calde del caramello e con alcune sfumature che possono evocare una sensazione di affumicatura.

“La stagione – racconta Inama – è andata bene nonostante all’inizio la fioritura sia stata scarsa, probabilmente perché quest’anno la stagione della melata è partita presto. Anche per questo ha sofferto un po’ di meno la siccità dei mesi estivi: finendo a giugno ha evitato i mesi più torridi”.

La melata di abete è un miele che non deriva dal nettare. Afidi e cocciniglie incidono le foglie per succhiarne la linfa, e così rilasciano acqua, zuccheri e sali minerali. Questi insetti, per poter assumere tutti gli elementi necessari a una corretta alimentazione, devono ingerire notevoli quantità di linfa ed espellere il fluido zuccherino in eccesso, che viene raccolto ed elaborato dalle api: è grazie al loro lavoro che questo liquido viene trasformato in miele di melata.

Il miele di melata impegna tutto giugno e viene raccolto a fine mese, “ma – spiega l’apicoltore – dipende soprattutto dal meteo. Se ci sono temporali l’acqua ‘lava via’ la melata, e passa un po’ di tempo prima che gli afidi e gli altri insetti ne producano ancora”.

Quest’anno l’orso non si è fatto vedere. Nel 2021, invece, le arnie sono state ribaltate per tre volte, con conseguente morte delle regine. Inama è riuscito a salvare le famiglie inserendo una nuova regina per arnia, in modo che le api fossero pronte per l’anno successivo.

Autoroen Aprile

L’apicoltore noneso quest’anno ha inoltre vinto le due gocce d’oro con un altro miele, sempre prodotto a Sfruz ma in una località diversa: “Mi aspettavo il premio inverso – continua l’apicoltore – ho mandato due campioni di miele di melata ma raccolti in tempi diversi e il secondo non ha preso le tre gocce per 0,40 punti, per una questione visiva” - ridacchia - “speravo di vincere qualcosa”.

Inama quest’anno ha partecipato anche al concorso ‘Mieli del Trentino’, di cui sta aspettando il risultato che verrà comunicato a novembre, portando campioni di acacia, melata e millefiori.

Producendo diversi mieli il suo lavoro inizia in primavera, partendo dal melo e dal tarassaco della piana Rotaliana per arrivare al rododendro in alta Val di Rabbi: “Bisogna seguire le fioriture, per questo le api vanno spostate continuamente”.

“Per fare miele – conclude l’apicoltore – si devono considerare molti fattori: api forti, clima giusto, bella fioritura… E sperare sempre nel tempo”.

Con il loro miele di melata d’abete hanno vinto due gocce d’oro anche Luigina Maccani e Giancarlo Melchiori, entrambi di Predaia.

Anche a Francesca Paternoster di Ton sono state assegnate tre gocce d’oro. L’apicoltrice, con la sua azienda ‘Mieli Thun’, ha partecipato con il ‘Miele di Tarassaco’ prodotto nella provincia di Vicenza.

Due gocce d’oro sono state assegnate al ‘Miele Millefiori di alta montagna delle Alpi’ di Claudio Chini, un apicoltore della Val di Non che porta le api in Val di Rabbi da più di 20 anni ed è stato premiato più volte per i suoi mieli. “La Val di Rabbi e la Val di Sole – spiega Chini – hanno la caratteristica di essere una montagna ricca di silicati e di Rhododendron ferrugineum, quindi particolarmente produttiva e con fioriture generose. Anche la presenza di molta acqua contribuisce alla crescita di tanti fiori”.

Il 2022 è stato un anno molto particolare per la fioritura del rododendro, che è stata più breve rispetto al solito: è terminata già ai primi di luglio, quando normalmente si protrae fino al 20 del mese. La fioritura è stata tuttavia molto intensa grazie al grande caldo dei mesi estivi.

“Quest’anno è stato difficile, quasi impossibile - precisa Chini - produrre miele di rododendro puro, che era la mia ambizione.

Claudio Chini

Il miele di questo tipo, infatti, è molto pregiato per la sua difficoltà di produzione. Quindi si è prodotto miele di millefiori di alta montagna, composto da nettare di rododendro e fiori di lampone”.

Anche Francesco Moratti, apicoltore solandro di Croviana, ha vinto due gocce d’oro con il suo ‘Miele Millefiori di alta montagna delle Alpi’.

Moratti, che è anche il presidente dell’‘Associazione Apicoltori Val di Sole Peio e Rabbi’, porta le sue api a 1700 metri di quota in modo che possano succhiare il nettare da tutta la flora di alta montagna. Produrre questo tipo di miele non è facile, perché in montagna le condizioni meteorologiche cambiano frequentemente e in modo inaspettato, oltre al fatto che la stagione è corta in termini di tempo. Tuttavia, il miele nato in questi ambienti è molto pregiato perché è prodotto lontano dagli inquinamenti e, quindi, ne vale la pena.

Quest’anno la siccità ha creato qualche problema alle piante. “Infatti – racconta Moratti – il clima ideale per la produzione del miele è caldo e umido. La pioggia e il freddo sono i peggiori nemici delle api. Il caldo è una cosa positiva, ma deve esserci anche il fattore dell’umidità”.

Il problema degli orsi è sempre una tematica attuale in Val di Sole. “Quest’estate – afferma l’apicoltore – è stata distrutta persino la stazione di fecondazione in Valpiana, dove erano state posizionate delle arniette con le regine. Mesi di preparativi, di lavoro e passione persi in pochi minuti per colpa dell’orso, che ha sfondato il recinto elettrico funzionante. Nonostante non si vedano azioni concrete all’orizzonte per risolvere il problema, noi apicoltori non ci arrendiamo. Non ne siamo capaci”.

Moratti confessa che sperava di vincere un premio. “Perché è un lavoro impegnativo soprattutto quando ci sono le stagioni avverse. Vincere questi premi ti dà una bella carica di energia per continuare, sono degli stimoli in più che ti aiutano ad andare avanti nonostante la passione sia il fattore più importante”.

L’apicoltore solandro conclude dicendosi contento della bella figura che hanno fatto le Valli del Noce al concorso: “Per un territorio così piccolo è un bella soddisfazione!”


Francesco Moratti, a destra premiato con Patrizio Roversi

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