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Chi era San Nicolò?

lun 05 dic 2022 11:12 • By: GiGì

Ecco la sua storia e gli appuntamenti per festeggiarlo

Elia Naurizio, San Nicolò, Terzolas, chiesa di san Nicolò, prima metà del XVII secolo

TERMENAGO. Festa per San Nicolò a partire dalle 18: prima il Rosario, poi merenda per tutti, baby dance e animazione, in piazza martedì 6 dicembre. San Nicolò porterà doni per tutte le bambine e i bambini.

DENNO. Martedì 6 dicembre, nell’ambito della rassegna ‘Den tra i presepi’, nel pomeriggio successivo al grande falò per San Nicolò, si terranno le tradizionali letture di San Nicolò che aprono il periodo natalizio in biblioteca e tutte le sue iniziative. Appuntamento quindi alla biblioteca comunale di Denno alle 17.30 con l’attività dedicata ai bambini dai 3 agli 8 anni con Giovanna e Elisa.

Il 6 dicembre si festeggia San Nicola, nel nord Italia anche detto San Nicolò. È considerato un santo miroblita: il corpo emana una fragranza gradevole, e lascia colare un olio dalla proprietà miracolose. Il santo è patrono di marinai, pescatori, farmacisti, profumieri, bottai, arcieri, bambini, ragazze da marito, scolari, avvocati, prostitute, nonché dei prigionieri e delle vittime di errori giudiziari.

San Nicola è probabilmente il santo che vanta il maggior numero di patronati in Italia: è, infatti, il protettore di ben 274 comuni. Nelle valli del Noce possiamo citare Castelfondo, Proves e Terzolas. Le chiese dedicate a San Nicola si possono trovare a Borgo d’Anaunia, Tuenno, Ton, Terzolas, Termenago e Proves.

È in quest’ultimo paese che è anche diffusa la tradizione tedesca del Krampus: un diavolo che esce dai boschi ai primi di dicembre. Secondo la leggenda questo diavolo si lascia "addomesticare" da San Nicolò, mentre in altre accompagna il santo nelle sue visite ai bambini e minaccia di metterli nel sacco e portarli via se non si comportano bene.

Ma chi era San Nicola?

San Nicola di Bari, spesso nominato come San Nicolò, o Nicola di Myra, o Magno, fu vescovo di Myra (oggi Demre in Turchia) e “difensore dell’ortodossia”; è noto oltre che per la sua vita, sulla quale vi sono peraltro poche notizie certe, anche per le vicissitudini che le sue spoglie conobbero nei secoli successivi alla sua morte.

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San Nicola è venerato sia dalla Chiesa cattolica che da quella ortodossa; amato (o temuto) dai bambini a cui la tradizione di molti paesi vuole che porti loro dei doni (o una verga) nel giorno in cui viene festeggiato, il 6 dicembre. È dalla sua figura che nasce nei paesi anglosassoni quella di Santa Claus, da noi conosciuto come Babbo Natale.

San Nicola nacque a Pàtara di Licia nel corso del III secolo e morì secondo la tradizione a Myra il 6 dicembre 343. Nacque da Epifanio e Giovanna che erano cristiani e benestanti. Persi prematuramente i genitori a causa della peste, divenne erede di un ricco patrimonio che impiegò per aiutare i bisognosi. Si narra che Nicola, venuto a conoscenza di un ricco uomo decaduto che voleva avviare le sue tre figlie alla prostituzione perché non poteva degnamente maritarle, abbia preso una buona quantità di denaro, lo abbia avvolto in un panno e, di notte, l'abbia gettato nella casa dell'uomo, che così poté onestamente sposare le figlie. Poi si trasferì a Myra dove venne ordinato sacerdote. Alla morte del vescovo metropolita di Myra, venne acclamato dal popolo come nuovo vescovo. Imprigionato ed esiliato nel 305 durante la persecuzione di Diocleziano, fu poi liberato da Costantino nel 313 e riprese l'attività apostolica. Forse partecipò al Concilio di Nicea del 325 attaccando pesantemente l’eresia ariana: la leggenda tramanda che in un momento d'impeto prese a schiaffi lo stesso vescovo Ario.

Morì a Myra il 6 dicembre, presumibilmente dell'anno 343 e già allora si diceva compisse miracoli; in vita era considerato santo e tale convinzione si consolidò dopo la sua morte, con il gran numero di leggende che si diffusero in Oriente e un culto che ebbe ben presto larga diffusione, arrivando nel mondo bizantino e da qui anche in Occidente, a partire dal meridione italiano soggetto a Bisanzio. Le sue spoglie furono conservate nella cattedrale di Myra fino al 1087. Dopo che Myra cadde nel dominio musulmano, tra Bari e Venezia, città rivali nei traffici marittimi con l’Oriente, si accese una gara per il trafugamento delle reliquie del santo. Una spedizione barese si impadronì così delle spoglie, che arrivarono in città nel maggio 1087. Venne così edificata di una nuova chiesa dedicata al santo, che fu consacrata due anni dopo da papa Urbano II in occasione della definitiva collocazione delle reliquie sotto l'altare della cripta. Da allora San Nicola divenne patrono di Bari e il 6 dicembre, il giorno della morte del santo, e il 9 maggio, il giorno dell'arrivo delle reliquie, furono dichiarate giornate festive per la città. Ma da parte veneziana non vi fu rassegnazione e, nel corso della prima crociata nel 1099, trovandosi a Myra, una spedizione tornò al sepolcro del santo e vi rivenne dei minuti frammenti ossei che i baresi avevano trascurato di prelevare e che vennero traslati nell'abbazia di San Niccolò del Lido. San Nicolò venne quindi proclamato protettore della flotta della Serenissima e a San Nicolò del Lido terminava l'annuale rito dello “Sposalizio del Mare”. Nell’iconografia, San Nicola reca il pastorale, la mitra, la barba, un abito rosso e in mano tre sacchetti di monete d’oro, spesso riassunti in tre sfere d’oro: un attributo derivante dall’episodio della dote fatta alle tre ragazze di cui si è parlato in precedenza.

In occidente è patrono dei bambini, di marinai, pescatori, farmacisti, profumieri, bottai, delle ragazze da marito, degli scolari, degli avvocati nonché delle vittime di errori giudiziari e in generale di chiunque si trovi in circostanze sfavorevoli. In oriente è principalmente ricordato per la difesa contro l'eresia dell'Arianesimo.

Ancora oggi la basilica di Bari, affidata da papa Pio XII ai domenicani, è luogo d’incontro tra le Chiese d’Oriente e d’Occidente, e sede dell’Istituto di Teologia Ecumenica San Nicola. Nella cripta c’è anche una cappella orientale, dove i cristiani ancora “separati” dal 1054 possono celebrare la loro liturgia, una realtà che vive il futuro ecumenico della Chiesa. 



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