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In quel mare è naufragata la pietà

dom 05 mar 2023 08:03 • By: Renato Pellegrini

La tragedia di Crotone che sconvolge le coscienze (in chi ce l'ha)

Non hanno dubbi i potenti d’Europa. Non ne hanno mai, soprattutto quando parlano di migranti. Sanno subito dare i consigli giusti, indicare la soluzione per ogni dramma. C’è un ritornello, una specie di mantra che ripetono a piè sospinto, stando ben protetti dietro le loro scrivanie o godendosi una vita che non ha certo da affrontare difficoltà economiche, persecuzioni o torture.

E quando sulla spiaggia di Crotone decine di cadaveri restituiti dal mare (e sono bambini, madri, giovani…) sconvolgono la coscienza di chi non ha lasciato naufragare il senso di pietà, allora ripartono le sentenze: «Non bisogna farli partire»! Come dire che la loro casa è l’Afghanistan, dove noi Occidentali abbiamo creduto di esportare la democrazia e poi siamo fuggiti, lasciando che quel mondo precipitasse nella più crudele delle dittature. Devono stare lì le donne senza diritti e coloro che osano avere pensieri diversi dai padroni di quelle terre.

Devono stare in Iran le studentesse che vengono avvelenate perché osano coltivare il sogno di poter studiare e di avere uguale dignità dei maschi.

Devono stare nei campi di concentramento della Libia, torturati e anche ammazzati. Sarebbe come dire a un bambino malato che muore per mancanza di cure: «Non dovevi nascere»!

Invece di cercare la responsabilità in un eventuale delitto di omissione della cura, primo diritto di ogni creatura che si affaccia alla vita. I profeti di partito s’arrabbiano perché l’Europa non è più altruista; non lo è verso l’Ucraina. E non importa se accogliendo i profughi (donne e bambini) o collaborando a che sangue sia sparso inviando armi sempre più sofisticate, incoraggiata in questo dagli USA. Però si possono serenamente lasciar morire i migranti che vengono dal Sud: questo si chiama giustizia, sapienza politica e custodia dei confini!

Ma è la storia a smentire le false verità e a togliere qualsiasi credibile dignità morale ai proclami di chi oggi governa in Europa.

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Sorge spontanea una domanda: conoscono il passato, maestro di vita, coloro che dovrebbero guidare le sorti dei popoli? Ed è tragica questa ignoranza in chi si fa eleggere dicendosi cristiano o cristiana, probabilmente senza aver mai letto una pagina della Scrittura.

Consiglierei loro di leggere almeno qualche pagina dell’Esodo, così verrebbero a conoscere che qualche millennio fa, c’era tanta povera gente ridotta in schiavitù proprio in quel Sud del mondo da dove oggi salgono su barconi i profughi e i migranti, ritenuti potenziali delinquenti e pericolosi nemici del benessere e della pace in Europa.

Allora erano gli Ebrei che a causa della carestia, per non morir di fame si erano trasferiti in Egitto. Dapprima amati e rispettati, erano cresciuti in numero tale da diventare popolo: L’Egitto era diventata la loro terra che amavano e per la quale lavoravano creando un futuro di dignità per tutti. Ma poi le cose cambiarono. E dovettero mettersi su una strada per andare verso un mondo che avevano conosciuto a malapena o solo per sentito dire. La vita era divenuta invivibile per loro, erano derubati dei loro beni primari, vessati giorno e notte con violenze e lavori forzati, non avevano diritto né a un giorno né a una notte di riposo, i figli maschi gli venivano uccisi mentre le madri li mettevano al mondo. Per questo, disperati, cominciarono a cercare una via di salvezza. Al faraone fu Dio stesso a mandare a dire: «Lascia partire il mio popolo»! E quello la pensava come molti dei nostri governanti: «Chi è il Signore, perché io debba ascoltare la sua voce e lasciare partire Israele? Non conosco il Signore e non lascerò certo partire Israele!» (Es 5,1-2). C’erano anche persone impaurite, perché quel partire avrebbe potuto essere non una soluzione, ma un ulteriore disgrazia, magari peggiore di quella che stavano sperimentando sulla loro carne. Ma anche a loro si rivolse Jahweh: «Io sono il Signore! Vi sottrarrò ai lavori forzati... vi libererò dalla schiavitù… vi riscatterò con braccio teso… io sono il vostro Dio che vi sottrae ai lavori forzati… vi farò entrare in una terra» bella, spaziosa e dolce! (Es 6,6-8). Il Dio della Bibbia, è Lui il colpevole delle grandi migrazioni! «Fu lui a mettere in testa a quel povero Mosè di far partire il popolo che stava soffrendo e morendo in Egitto.

È Lui che apre le menti degli schiavi alle aurore possibili della libertà. È Lui che stabilisce l’unico lecito, universale Codice: che di Dio è la terra per cui ogni creatura ha diritto di camminarvi sopra e di condividerne fraternamente i frutti. Di vivere, di muoversi, di partire per trovare uno spazio dove fissare una tenda, coltivare un giardino, costruire cortili dove possano giocare i bambini». (Rosanna Virgili) Ed è questo stesso Signore che fa sorgere due levatrici, due donne coraggiose, il cui nome “Sifra” e “Pua” che significa Splendore e Bellezza, diventa un programma di un nuovo inizio. Sono loro a salvare i bambini ebrei che il Faraone voleva uccidere con stratagemmi suggeriti dalla pietà e dall’amore. Che tutte le madri e tutti i padri d’Europa «abbiano il coraggio di fare obiezione di coscienza di fronte a respingimenti ciechi, all’inerzia colpevole e all’orrore delle migliaia di cadaveri sommersi o esposti al sole sulle coste del grembo che ci ha partorito: il Mar Mediterraneo».     



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