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Si può intervenire sulle specie protette?

lun 15 gen 2024 09:01 • By: Giulia Colangeli

L’onorevole Herbert Dorfmann spiega la Direttiva Habitat

Herbert Dorfmann a Dimaro (ph. Lorena Stablum)

DIMARO. “Quando parliamo di grandi carnivori non si può fare di tutta l’erba un fascio: le tre specie lupo, orso e lince sono da trattare in maniera differente”, è la premessa con la quale l’onorevole Herbert Dorfmann, membro del Partito Popolare europeo, ha aperto il suo contributo sul tema dei grandi carnivori, in occasione del convegno organizzato dal Comitato Insieme per Andrea Papi sabato 13 gennaio. L’onorevole ha fatto luce in ambito giuridico, esponendo parte dei cavilli burocratici - e delle spiegazioni per le quali - al momento non sembrerebbero essere stati mossi passi concreti dal punto di vista politico.

La tutela delle tre specie ha avuto inizio nel 1979 con una convenzione interna (non dell’Unione Europea ma del Consiglio d’Europa) per la quale l’impegno era diretto alla protezione delle specie allora in via d’estinzione: lupo e orso.

Nel 1992 ha seguito una seconda direttiva europea, chiamata Direttiva Habitat, riguardante i 27 paesi dell’Unione Europea e dedicata alle specie strettamente protette: l’orso sicuramente, mentre per il lupo vi erano eccezioni: “Già nel 1992 sono state escluse due popolazioni di lupo dalla direttiva” ha spiegato Dorfmann, “lupi del nord della Grecia e nord della Spagna, le uniche due esistenti e funzionanti a suo tempo” dunque contenute e non pericolose.

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L’articolo 16 della Direttiva Habitat sancisce le condizioni sotto le quali si può intervenire su lupi e orsi pur trattandosi di specie altamente protette: a condizione che non esista un'altra soluzione valida e in uno stato di conservazione soddisfacente, delle popolazioni della specie interessata nella sua area di ripartizione naturale gli Stati membri possono prendere decisioni diverse da quelle sancite, per proteggere fauna e flora selvatiche, per prevenire danni ad allevamento, colture, acqua, proprietà, e soprattutto nell’interesse della sicurezza pubblica.

“Dunque, se io ho una specie che mi fa gravi danni all’allevamento, per esempio, posso intervenire a condizione di non estinguere la specie, anche se protetta” ha semplificato Dorfmann.

Cos’è successo allora?

“Qui la differenza tra lupo, orso bruno e lince” ha proseguito, spiegando che il lupo, in seguito al successo della direttiva, si è trovato sempre un nuovo territorio, è tornato su tutte le Alpi, in Appennino, negli Stati europei, si è esteso comportando danni limitati pur considerando il numero dei lupi stessi, l’estensione territoriale in gioco e i casi di attacchi al bestiame (mai all’uomo).

Oggi non c’è nessuna giustificazione giuridica per avere il lupo nell’allegato della direttiva, perché non è più in via d’estinzione.

“Per l’orso la situazione è differente: qui è stato reintrodotto, si è esteso nelle vallate ma qui è rimasto, creando un problema circoscritto. Da un punto di vista giuridico sono cose completamente diverse” ha proseguito Dorfmann.

Il Parlamento Europeo, con maggioranza di più di due terzi, si è espresso: non ha più senso una direttiva mai cambiata in 32 anni, va rivisto il trattamento giuridico sul lupo così come di quelle specie per le quali le situazioni, stringenti, sono cambiate nel tempo. Una valutazione scientifica aggiornata ogni cinque anni si è resa necessaria.

Nei prossimi mesi gli Stati membri del Consiglio dovranno votare se chiedere alla commissione interna l’abbassamento del livello di tutela. E, sempre secondo l’onorevole Dorfmann, probabilmente questa richiesta passerà.

“Gli animalisti, che non sono tutti delle grandi città, si auto danneggiano in maniera eclatante, non agiscono neanche nei loro interessi: se il progetto di ripopolazione ha successo, e per successo si intende la presenza dell’orso senza problemi per l’uomo perché si interviene, perché la politica ha la possibilità di intervenire, allora anche altri territori in Europa possono prendere la stessa strada”.

 



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