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‘Dove c’è l’orso c’è il rischio di attacchi’

mar 16 gen 2024 09:01 • By: Giulia Colangeli

Cristian Bolzonella porta due esempi di gestione del plantigrado in Europa

DIMARO FOLGARIDA. In Europa ci sono circa 18 attacchi dell’orso ai danni dell’uomo ogni anno, dei quali l’85% con lesioni e il 14% mortali. Perché? Risponde Cristian Bolzonella, dottore di ricerca in Economia e Politica agroalimentare: “Dove c’è l’orso, ci sono attacchi all’uomo”.

Nell’ambito del convegno organizzato dal Comitato Insieme per Andrea Papi, svoltosi lo scorso sabato 13 gennaio, Bolzonella ha presentato le diverse modalità di gestione degli orsi che adottano altri paesi dell’Europa, premettendo che il progetto Life Ursus, per avere successo, avrebbe dovuto mantenere una popolazione di 34-51 orsi, o 79-118 pur considerando le aree scarsamente popolate dell’intera regione.

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Ha spiegato al folto pubblico presente al teatro di Dimaro che esiste una capacità di carico totale - o grado di sopportazione della specie - determinata da disponibilità alimentare (uso del suolo, dinamiche tra prede e predatori, gestione dei rifiuti etc), dalla presenza di altre popolazioni di predatori - il lupo, per esempio - e dalla presenza di infrastrutture e che a sua volta influenza sicurezza, zootecnia, turismo.

“Ma il limite è stato abbondantemente superato, soprattutto nelle aree densamente popolate” con 0,82 attacchi al bestiame al giorno, 10 feriti dal 2014 e una vittima l’anno scorso, Andrea Papi.

Anche in Slovenia è stata superata la capacità di carico sociale, ma i numeri non vanno a inficiare la qualità della vita: da 1.100 orsi presenti, il Paese ha come obiettivo la riduzione della popolazione a circa 800 esemplari, in tre anni.

In Svezia al momento vivono più di 2.000 esemplari e sono frequenti gli attacchi al bestiame; la caccia all’orso è praticata.

“Dunque, è possibile la conservazione dell’orso? Sì, purché entro i limiti della capacità di carico, entro i limiti della sicurezza e non spostando il problema, per esempio mettendo gli animali in gabbia, soluzione inefficiente nonché contraria al benessere animale” ha concluso Bolzonella, riferendosi all’eliminazione di orsi problematici e confidenti, per la prioritaria sicurezza pubblica.



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