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Climate change in Val di Sole

mar 11 gen 2022 23:01 • Dalla redazione

Uno studio della Comunità di valle e del Parco Fluviale sonda gli impatti futuri del cambiamento climatico

VAL DI SOLE. Si chiama “Climate change in Val di Sole” il progetto di studio condotto da Christian Brida per conto del Parco Fluviale Alto Noce e della Comunità della Valle di Sole e che fonda la sua analisi su una domanda: quanto la valle alpina è vulnerabile ai cambiamenti climatici e quali saranno le questioni che si presenteranno? L’analisi vuole essere uno stimolo per l’avvio di un dibattito pubblico sul tema dei cambiamenti climatici dal momento che attori politici ed economici del territorio saranno chiamati a introdurre azioni volte alla mitigazione del rischio climatico e all’adattamento al nuovo clima.

L’indagine parte dallo studio delle serie storiche (dal 1985 al 2020) dei dati meteorologici di MeteoTrentino, provenienti da 22 stazioni meteorologiche e 7 campi neve presenti nel bacino idrografico del fiume Noce. I dati, quindi, opportunamente organizzati, sono stati analizzati al fine di identificare gli elementi necessari alla comprensione del clima in valle, in riferimento anche ai possibili impatti su turismo, agricoltura, energia, pericoli naturali e ambiente. Di seguito la sintesi di quanto emerso.

Il futuro del turismo. Rispetto agli anni ‘80 la temperatura media globale è aumentata di circa 0,5 °C e si prevede di superare il limite di 1,5 °C entro il 2040. La Val di Sole, come tutte le Alpi, mostra incrementi ben superiori, registrando un +1 °C. Alcuni indicatori mostrano come progressivamente si stia accorciando la durata della stagione sciabile: negli ultimi 5 anni troviamo 100 giorni consecutivi con almeno 30 cm di neve a una quota di 1500-1600 m s.l.m. mentre nel quinquennio 2000-2005 questo parametro si trovava a circa 1000 m s.l.m. Allo stesso tempo, periodi con temperature più alte comportano maggiori difficoltà nella produzione di neve artificiale, in particolar modo nei mesi, decisivi per l’innevamento programmato, di novembre e dicembre. D’altro canto, il turismo estivo potrebbe essere molto favorito dal clima, che con frequenti e sempre più intense ondate di calore, potrebbe invogliare le persone a trascorrere periodi di vacanza in montagna.

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Opportunità e criticità per l’agricoltura. In questo caso, le criticità sono legate alla gestione della risorsa idrica. Gli indici, che mettono in relazione le precipitazioni con la quantità di acqua persa dalle piante, dovuta a temperature più alte, mostrano una tendenza al deficit idrico. In 30 anni si è passati da un clima normale a un clima moderatamente secco. Inoltre, l’agricoltura è sempre più vulnerabile a eventi atmosferici intensi: lunghe assenze di pioggia, precipitazioni intense, grandinate e temporali e ondate di freddo tardive quando le colture sono già in fase vegetativa avanzata. Dal 1985 si misura un incremento del 30% di gradi giorno utili allo sviluppo vegetativo. Se da un lato, questo può portare allo sviluppo di nuove colture e a un’espansione agricola su nuove aree, dall’altro queste condizioni climatiche potrebbero portare allo sviluppo di insetti, parassiti e funghi che possono mettere in difficoltà

Sfide per il settore energetico. Il problema principale è legato alla riduzione delle disponibilità idriche: meno neve implica meno acqua disponibile in fase di scioglimento. Confrontando i decenni 2000-2010 con 2010-2020 si nota un anticipo del periodo di fusione e una minor quantità di acqua stoccata nella neve. Le centrali idroelettriche, quindi, saranno costrette a un’attenta pianificazione della produzione per ottimizzare i ricavi e per evitare conflitti sull’utilizzo della risorsa idrica. Tali impianti potrebbero subire negativamente anche l’incremento degli eventi estremi e della fusione dei ghiacciai che, portando detriti nelle opere di presa, comporterà la necessità di programmare interventi di manutenzione più frequenti sulle strutture.

Eventi estremi e sicurezza pubblica. Valanghe, frane, alluvioni sono sempre più frequenti e imprevedibili. La causa è la maggior energia in gioco in atmosfera che permette l’accumulo di maggior umidità. Questo causa temporali sempre più forti e localizzati, precipitazioni intense, periodi di precipitazioni eccezionali: A ciò si aggiungono anche i periodi di assenza di precipitazioni e le ondate di calore sempre più frequenti e intense. Alle questioni di sicurezza pubblica si collega anche il tema della perdita di biodiversità, dovuta all’espansione di flora e fauna generalista a scapito delle specie autoctone.

Il commento. "Lo studio mette in luce una serie di criticità di breve, medio e lungo periodo che riguardano il nostro territorio - commenta il commissario della Comunità di Valle Guido Redolfi -. Nel breve e medio periodo, il pericolo maggiore lo abbiamo dagli eventi legati alla sicurezza pubblica. Sicuramente servirà sempre di più una grande pianificazione degli interventi di manutenzione del nostro territorio da parte degli enti competenti e saranno necessarie ingenti risorse finanziarie con un’inversione di trend sugli investimenti provinciali che negli ultimi 15  anni hanno visto un calo importante di risorse destinate a questi servizi dovuto al calo di risorse disponibili per il bilancio provinciale. Per quanto riguarda il turismo e l’agricoltura, nel breve il nostro territorio ha la grande fortuna di poter disporre a quote importanti di due bacini (il Palù e il Careser) utilizzati per produrre energia che, se alle volte ci aiutano a prevenire anche qualche piena sul Noce, sicuramente trattengono l’acqua in quota per tutto il periodo estivo e ci consentono di avere un fiume utilizzato quindi da maggio a settembre per tutti gli sport acquatici. Senza i bacini siamo tutti consapevoli delle difficoltà per il nostro fiume nella seconda parte dell’estate. Ad oggi e nel breve anche per l’agricoltura ci sono ancora ampie garanzie e non si rilevano criticità della risorsa idrica. Sicuramente nel medio e lungo periodo - conclude - la politica e gli operatori economico turistici saranno chiamati a introdurre strategie e azioni per adattare al nuovo clima tutte le potenzialità e le attività del nostro territorio e la qualità della vita”.



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