Skin ADV

I giorni della Liberazione

gio 25 apr 2024 09:04 • By: Alberto Mosca

Il movimento resistenziale in Val di Sole tra storie personali e il nascente autonomismo

Malé negli poco dopo la fine della Seconda guerra mondiale

La seconda guerra mondiale sconvolse ancora una volta la vita delle famiglie con gli uomini al fronte e le donne, i vecchi e i bambini alle prese con la normale vita di lavoro casalingo e nei campi. E se gli anni compresi tra il 1940 e il 1943 vennero sopportati senza che i fatti d’arme coinvolgessero da vicino Malé e in generale la Val di Sole, le cose cambiarono all’indomani dell’armistizio dell’8 settembre 1943 e l’annessione del Trentino al Reich tedesco, all’interno dell’Alpenvorland, il “regno” del gauleiter Franz Hofer.

Anche Malé conobbe il formarsi di nuclei resistenziali e di gruppi politici autenticamente autonomisti o addirittura indipendentisti, con la presenza di interessanti storie di coraggio. Occupata dai tedeschi, la valle visse una situazione di relativa tranquillità fino all’estate del 1944, testimoniata dal normale proseguire delle attività produttive e dall’assenza di forti ceti operai o intellettuali, mentre quello contadino osservava generalmente con disinteresse e passività lo svolgersi degli eventi, ricambiato dall’autorità occupante con una scelta di quieto vivere, anche perché la stessa propaganda nazista fece leva su una promessa di autonomia per guadagnare un certo consenso tra la popolazione. A partire dall’estate 1944 tuttavia, alcuni episodi cambiarono questo atteggiamento, come gli inviti da parte del Comitato di Liberazione Nazionale a non consegnare i prodotti all’ammasso, la fuga dei giovani ingaggiati come lavoratori militarizzati, il collaborazionismo che i carabinieri avevano con gli elementi della resistenza.

Elektrodemo

Iniziarono pertanto i primi arresti e le prime deportazioni nel lager di Bolzano.

La Val di Sole e a Malé in particolare, fin dall’armistizio furono strategiche nell’organizzare le fughe verso la Svizzera di prigionieri, paracadutisti alleati, oppositori e ricercati politici, ebrei e disertori. Se la fase organizzativa era gestita dal CLN di Trento, quella materiale era affidata alle guide alpine: proprio a Malé Gianantonio Manci aveva organizzato un gruppo di guide che aiutavano i fuggiaschi a raggiungere la Svizzera, attraverso le montagne di Peio e Rabbi, essendo il Tonale assai controllato. La popolazione in generale sostenne questa attività con figure note come l’addetta all’ufficio telegrafico di Malé, le mogli delle guide alpine, le sorelle Veronica, Maria e Livia Mochen che furono arrestate e altre donne che offrirono ospitalità. Anche i sacerdoti contribuirono allo sforzo e due preti in missione spirituale a Malé, che accompagnarono fuggitivi in Svizzera, furono internati nel lager di Bolzano.

Più rari sono i riferimenti ad un’attività partigiana di tipo militare: dalla primavera del 1944 agiva nelle valli di Non e di Sole il battaglione Monteforte, perlopiù con azioni di sabotaggio e piccoli scontri a fuoco, soprattutto in Val di Non. Ulteriori contatti furono attivati dal CLN di Trento nel gennaio/febbraio 1945, con il prof. Umberto Corsini che svolgeva tale ruolo da Malé, centro dalla vocazione politica liberale, con un’attività soprattutto di propaganda clandestina. Malé rappresentò terreno fertile per la formazione di un’attività politica a orientamento autonomista e indipendentista, anti-italiano e anti-tedesco ma radicato alla piccola patria locale, legata a quel Comitato di Indipendenza Trentino nato a Trento nell’ottobre 1943. Il gruppo più numeroso, di area politica popolare, si formò a Malé, tanto che fu dalla Val di Sole che si sviluppò la corrente autonomista del dopoguerra. Tra i protagonisti di quest’opera di propaganda politica vi fu Severino Costanzi “Franzon”, che venne arrestato, processato e quindi internato prima a Bolzano e poi a Dachau.

Dopo il 25 aprile, con la fine della guerra, si formò anche a Malé un Comitato di Liberazione Nazionale che comprendeva i rappresentanti di tutti partiti: ne facevano parte tra gli altri Luigi Mochen “Mano” (Democrazia Cristiana), Livio Giacomoni (Partito Liberale), Guido Casna “Nana” (Partito d’Azione), Renzo Gasperini (Partito comunista), gli indipendenti avvocato Bregoli e il prof. Umberto Corsini. Primo sindaco del dopoguerra fu Iginio Giacomoni.

La fine della guerra, la rinascita repubblicana e il primo statuto di autonomia del 1948 furono le premesse per una nuova stagione di sviluppo, che gradualmente avrebbe annullato la vecchia piaga dell’emigrazione e dato alternative all’agricoltura.

 



Riproduzione riservata ©

indietro