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La lotteria dei presidenti

lun 24 gen 2022 11:01 • By: almo

Al via oggi le elezioni del successore di Sergio Mattarella: sarà il 13° Presidente della Repubblica italiana

ROMA. Oggi si aprono le danze per l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica italiana, il tredicesimo di una serie iniziata nel 1946. All’indomani del referendum che abolì la monarchia e istituì la repubblica, il 2 giugno 1946, fu il presidente del consiglio Alcide Degasperi a rivestire il ruolo di Capo provvisorio dello Stato. Meno di un mese dopo, il 28 giugno 1946 l’Assemblea Costituente elesse primo Presidente della Repubblica Enrico De Nicola (1877-1959), che rimase in carica come capo provvisorio dello stato fino al 1948 e all’entrata in vigore della Costituzione assunse pienamente il titolo e le funzioni presidenziali.

Nel maggio 1948 toccò a Luigi Einaudi (1874-1961), che rimase in carica fino al 1955; entrambi i due primi presidenti militavano nel Partito Liberale Italiano. Terzo presidente fu Giovanni Gronchi (1887-1978), democristiano, che rimase in carica tra il 1955 e il 1962; gli succedette un altro democristiano, Antonio Segni (1891-1972), che tuttavia dovette dimettersi, a seguito di un ictus, nel dicembre 1964. Dopo di lui toccò per la prima volta a un presidente di area laica, il socialdemocratico Giuseppe Saragat (1898-1988), che iniziò il mandato il 29 dicembre 1964 per concluderlo lo stesso giorno nel 1971.

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 Quindi tornò al Quirinale un democristiano, Giovanni Leone (1908-2001), eletto con il margine più risicato della storia repubblicana, 518 voti su 1008, pari a un 51,4%, dopo 23 travagliati scrutini in 25 giorni. Leone fu anche il primo presidente costretto alle dimissioni per ragioni politiche, nel giugno 1978, sei mesi prima la fine del mandato presidenziale. Toccò allora nuovamente ad un socialista, Sandro Pertini (1896-1990), il presidente eletto con più alto margine, l'82,3% dei consensi (832 voti su 1011), molto amato dagli italiani, tanto da essere ancora oggi il presidente per antonomasia. Nel 1985 fu la volta del democristiano Francesco Cossiga (1928-2010), eletto al primo scrutinio e anch’egli dimissionario pochi mesi prima della scadenza del mandato, nell’aprile 1992, passato alla storia come il “picconatore”. Le successive elezioni presidenziali vennero segnate da un clima politico difficilissimo, nei giorni della strage di Capaci, dello scandalo di Tangentopoli e a luglio di una gravissima crisi finanziaria: presidente eletto fu il democristiano Oscar Luigi Scalfaro (1918-2012), in quel momento presidente della Camera dei deputati. Nel 1999 avvenne l’elezione di un “tecnico”, Carlo Azeglio Ciampi (1920-2016), eletto al primo scrutinio, protagonista di un’opera di valorizzazione dell’identità nazionale e repubblicana.

Ormai nel nuovo millennio, il maggio 2006 vide l’arrivo per la prima volta al Quirinale di un ex-comunista, Giorgio Napolitano (1925), finora il primo e unico presidente ad essere stato eletto per un secondo mandato; ciò accadde nel 2013, ancora una volta nel contesto di una gravissima crisi istituzionale che, dopo la crisi finanziaria internazionale del 2011 e il governo Monti, costrinse forze politiche allo sbando a implorare l’avvio di un secondo mandato presidenziale, che perdurò fino al gennaio 2015. Napolitano è cosi il presidente più a lungo in carica, 8 anni e 244 giorni. Al termine del Napolitano II venne eletto Sergio Mattarella (1941), che rimarrà in carica fino al 3 febbraio 2022.

Infine alcune curiosità: il presidente più giovane al momento dell'elezione fu Cossiga, eletto a 56 anni; il più anziano Napolitano, eletto per il secondo mandato a 87 anni; il più anziano al momento dell'elezione per il primo mandato Pertini, eletto a 81 anni. Dei 12 presidenti, 3 sono campani (De Nicola, Leone e Napolitano), 3 piemontesi (Einaudi, Saragat, Scalfaro), 2 sardi (Segni, Cossiga), 2 toscani (Gronchi, Ciampi), 1 ligure (Pertini) e 1 siciliano (Mattarella).



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