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Agricoltura: parte del problema, parte della soluzione

mer 23 feb 2022 10:02 • By: Alberto Mosca

Al convegno annuale APOT il climatologo Luca Mercalli ha detto chiaramente che non c'è più tempo

Nel Teatro Sociale, il convegno APOT (ph. Alessandro Zanon)

TRENTO. Le sfide sul clima sono state protagoniste del convegno annuale APOT “Api, agricoltura e ambiente a confronto con i nuovi scenari”, tenutosi martedì 22 febbraio al Teatro Sociale di Trento. L’appuntamento, che ha visto l’agenzia Nitida Immagine firmare l’allestimento e la regia, è stato promosso da APOT con un ricco parterre di ospiti: dopo le introduzioni di Ennio Magnani (presidente Apot) e di Mario Tonina (vicepresidente della Pat), sono intervenuti Luca Mercalli (presidente Società Meteorologica Italiana), Claudio Ioriatti (FEM), Valeria Malagnini (FEM), Francesco Nazzi (docente di Apidologia e Apicoltura all’Univ. di Udine), Roberto Della Casa (docente all’Univ. di Bologna) e Alessandro Dalpiaz (direttore Apot). Ospite del convegno è stato Renzo Cotarella (Ad Cantine Marchesi Antinori), mentre le conclusioni sono state affidate a Giulia Zanotelli (ass. Agricoltura Pat).

Il convegno, moderato dal giornalista Ronny Mengo, ha inteso proseguire un percorso di dialogo e condivisione promosso da Apot, richiamando l’attenzione ai cambiamenti climatici in atto e all’impatto che questi generano nel mondo delle api. Un’occasione quindi per approfondire la problematica e le attuali soluzioni finalizzate alla salvaguardia di questi insetti impollinatori per eccellenza, fautori della salute del pianeta.

Un dato su tutti rende l’idea di un impegno: rispetto al 2012 l’uso di fitofarmaci è diminuito del 42%.

Ha espresso la propria soddisfazione per un convegno che torna ad essere in forma mista (in presenza e in streaming) il presidente Ennio Magnani: “Prosegue il percorso che ci impegna verso obiettivi di sostenibilità, con le api fondamentali per la salute delle piante e la qualità dei prodotti”; una ricerca di equilibrio, tra preoccupazioni per i costi dell’energia, squilibri di mercato e tensioni internazionali.

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 Il vicepresidente della Provincia Mario Tonina ha quindi ribadito la sensibilità verso questi temi, con riguardo specialmente ai giovani e sottolineando la valenza del recente inserimento in Costituzione della tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi.

Particolarmente atteso l’intervento di Luca Mercalli, che in apertura ha svelato di essere un “agricoltore sperimentale” in alta Val di Susa, a 1600 metri, quindi pronto a verificare in prima persona come due gradi di temperatura media in più comportino oltre 300 metri di spostamento verso l’alto della fascia climatica.

“Stiamo attraversando – ha detto Mercalli – una fase delicata di un mutamento epocale. Conosciamo gli effetti dell’attività antropica, problema conosciuto dalla fine dell’Ottocento, ma che è diventato politico solo dal 1992 con la convenzione di Rio de Janeiro”.

E da allora, ha detto Mercalli, “si è fatto poco. Siamo dentro un’emergenza climatica, facciamo guerra alla natura e andiamo verso un suicidio biologico”. In questo contesto l’agricoltura è la prima vittima di questo cambiamento inedito; ma va detto pure che essa è parte del problema, iniettata come è di combustibili fossili e con l’allevamento, ma è anche parte della soluzione se riesce a diminuire la sua impronta ecologica.

“Certe soglie non si possono superare” ha aggiunto Mercalli, spiegando come una di esse sia già oltre il limite, quella dell’emissione di CO2 fossile in atmosfera.

Oggi ne abbiamo 417 parti per milione in atmosfera, quando nella storia conosciuta della Terra non si sono mai superati i 300; la febbre del pianeta ha portato ad un aumento della temperatura media di 1,2°C nell’ultimo secolo, con i ghiacciai che hanno perso il 60% della loro consistenza. Ancora, il 2020 è stato l’anno più caldo della storia, il 2021 il sesto, con record inediti: come i 50°C toccati alla latitudine di Bruxelles, i 34°C di Capo Nord, i 48,8 °C di Siracusa, record italiano ed europeo; o ancora il record per l’emisfero sud di 50,7 °C in Australia, le spaventose alluvioni in Germania e Belgio.

Luca Mercalli (ph. Alessandro Zanon)

E ancora gli incendi boschivi in continua espansione.

“Più inquiniamo e più farà caldo”, ha aggiunto Mercalli, illustrando due scenari: quello catastrofico di un aumento di 5 gradi entro il secolo e quello ancora “sopportabile” di un aumento contenuto entro i 2 gradi, considerato indispensabile ma soprattutto raggiungibile. “Tornando al ruolo dell’agricoltura – ha spiegato - se sapremo sfruttare il suolo come deposito di carbonio, andremo ad alleggerire l’atmosfera”.  

Altrimenti, che scenario vedrà trasformare le aree padano-alpine entro il 2100? Mercalli ha dipinto un quadro in cui si avrà una situazione tipo Pakistan, con aree predesertiche da 50-52 gradi, lo scenario peggiore. Con un aumento medio globale di 2 gradi si avrebbe comunque un aumento delle temperature in queste aree di 3-5 gradi, con cambiamenti inevitabili sull’agricoltura. Per quanto riguarda l’innalzamento del livello del mare, nello scenario peggiore si arriverebbe ad un aumento di 1 metro, nell’altro di “solo” mezzo metro.

Mercalli ha citato anche la gelata dello scorso 7-8 aprile 2021: la ragione di essa va cercata nel troppo caldo di febbraio e marzo, e nel conseguente anticipo di stagione: “Un fenomeno normale per il clima del passato come la gelata avrebbe colpito piante ancora addormentate e non già in piena ripresa”.

In conclusione di intervento, Mercalli ha sottolineato come nella scala dei rischi globali, in ordine crescente i primi siano dati dall’incapacità di gestire i cambiamenti climatici, seguiti da quelli dati da eventi meteo estremi, per finire con la perdita di biodiversità, esito finale che mette a rischio le specie, compresa quella umana. 



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