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Me barba e to anda

dom 29 mag 2022 16:05 • By: Laura Abram

Alla scoperta di due nomi un tempo assai diffusi

VALLI DEL NOCE. Capita, anche se sempre più raramente, di sentire i termini barba e anda per chiamare rispettivamente lo zio e la zia. Sono due parole che mi hanno sempre fatta sorridere, fin da piccolina, quando mio papà le utilizzava per chiamare scherzosamente i miei zii o prozii.

Li sentivo usare principalmente per persone celibi o nubili e questo aspetto mi ha incuriosita. Andando a ricercarne l’origine nel dizionario del Quaresima, trovo infatti che “a Vermiglio la voce barba ha il significato ristretto di zio celibe”. Lo studioso ritiene che questa sia una parola veneta, usata sia con il significato di “zio” che come titolo rivolto ad un uomo anziano e degno di rispetto, portando l’esempio dell’espressione Bondì, barba! che significherebbe “Buongiorno, buon uomo!”. Credo tuttavia che definirla veneta sia riduttivo; si ritrova, infatti, anche in altri dialetti di matrice ladina, come il gardenese, il badiotto e il fassano bèrba/bèra e il friulano barbe e barbàn e in italiano settentrionale arcaico.

Esistono qui entrambi i termini barba e barbàno con il significato di “zio”, utilizzato anche da Dante nel canto XIX del Paradiso (v. 137): “e parranno a ciascun l’opere sozze / del barba e del fratel, che tanto egregia”, e per estensione di “uomo anziano”, esattamente come nei nostri dialetti. Esisteva probabilmente già nel tardo latino il termine bàrbas o barbànus per definire lo zio, più frequentemente paterno.

Assieme al barba, sempre di derivazione latina, abbiamo anche la anda o àmeda, che ritroviamo non solo in veneto come àmeda e àmia, ma di nuovo anche in gardenese anda, fassano àmeda e friulano agne. Deriva dal latino amita, dove significava “zia paterna” o “prozia”.

Sfogliando le carte geografiche dell’“Atlante linguistico ed etnografico dell'Italia e della Svizzera meridionale” di Jaberg e Jud, è interessante notare come i termini barba e anda/àmeda/àmia siano diffusi in gran parte dell’Italia settentrionale, dalla Liguria al Friuli, e anche nella zona svizzera dei Grigioni.

I più diffusi zio e zia, invece, ormai entrati anche nei nostri dialetti, hanno un’origine greca. Derivano dal termine theios/theia, entrato poi nel tardo latino come thius/thia e reso in italiano come zio/zia.



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