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Fonti e tendenze storiografiche nella storia dell’antica Anaunia

mar 20 giu 2023 09:06 • By: Marianna Torresani

Massimo Odorizzi è autore di una tesi che ha ottenuto il premio conferito dalla Comunità della Val di Non

CLES. Massimo Odorizzi, laureato in Scienze storiche ha ricevuto un riconoscimento dalla comunità della Val di Non per la sua tesi magistrale, intitolata “Reti, Tridentini, Anauni, Romani: fonti e tendenze storiografiche di un territorio di confine”. Un lavoro premiato per aver valorizzato il territorio noneso. Noi di Nos Magazine abbiamo parlato con lui per scoprire di più riguardo ai contenuti della tesi.

Massimo ha deciso di intraprendere gli studi in storia antica, preferendola rispetto alla storia contemporanea, per il metodo di lavoro utilizzato: “Gli ultimi secoli sono caratterizzati - racconta Massimo - da un'infinità di carte, documenti, testimonianze di ogni genere e una difficoltà per gli studiosi di tale periodo e quella di districarsi fra questa enormità di fonti. Al contrario - prosegue Massimo - della storia antica ci rimangono soltanto frammenti infinitesimali e gli studiosi devono cercare di ricostruire quel mondo in una perenne condizione di scarsità di dati, con ogni scoperta che può confermare o smentire i modelli su cui si è lavorato”.

La scelta di Massimo di articolare la sua tesi riguardo (anche) la Val di Non è stata dettata da tre ragioni. La prima riguarda il suo legame al territorio: “Si tratta dei luoghi in cui sono nato e cresciuto: scoprire che il tuo paesino, o quelli adiacenti, era abitato anche 2500 anni fa e che anzi forse era addirittura più grande di ora, mi ha spinto a cercare di immaginare la vita di quei tempi, sapendo che tutt'ora sotto i filari dei meli rimangono i resti di quei villaggi. Queste sono tutte cose - conclude Massimo - che trovo estremamente affascinanti”.

La sua seconda motivazione è invece basata sul fatto che si tratta di un territorio di notevole rilevanza. Dalla Val di Non, fra la seconda età del ferro e l'età imperiale romana proviene una grande quantità di fonti, parlando in termini relativi: sono sempre poche, correlate all’età di appartenenza, ma comparandole a quelle delle altre valli trentine risultano essere molte di più.

Infine, l’ultima ragione riguarda l’origine delle fonti. Di quelle che disponiamo molte sono state rinvenute fra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento. Moltissime però furono trovate da privati che, non seguendo criteri di analisi, le vendettero senza riferimenti specifici utili alle ricerche. Le fonti datate rimaste hanno dato vita ad un'enorme varietà di teorie diverse e persino contraddittorie, molte di queste ormai smentite per certo ma la cui eco tuttavia arriva fino ai giorni nostri. “Leggere le riviste storiche di un secolo fa - racconta Massimo - e cercare di fare un po' di chiarezza mi è sembrato da subito molto interessante”.

La tesi di Massimo non si pone di scoprire qualcosa, ma di mettere insieme e di dare un maggiore ordine a una grande quantità di dati, studi e teorie. La speranza è quella di riuscire a trasmettere un po’ di reale consapevolezza in più riguardo al passato della valle, visto che ancora molto può e deve essere scoperto e scritto. Il consiglio infatti, per chiunque trovi un reperto storico, è quello di avvisare le autorità competenti, rendendo così possibile un’analisi specifica e dettagliata di quest’ultimo. “Questo non è un punto di arrivo, ma un punto di partenza” sottolinea Massimo.

Massimo dopo il suo grande impegno nello sviluppo della sua tesi si è laureato il 19 ottobre 2022 in Scienze storiche, curriculum Antichità e Medioevo.



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