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Lettera a Gesù

lun 25 dic 2023 09:12 • By: Renato Pellegrini

Una lettera-riflessione sul Natale

Caro bambino Gesù, quando s’avvicina il Natale, di te si raccontano molte cose. C’è chi ti ricorda costruendo il presepio nella sua casa. Così ogni giorno ti si può vedere, pensare un poco a te e magari recitare una preghiera. Poi ci sono i presepi sulle strade, sulle piazze e in ogni luogo. Li si ammira, ma forse è più difficile accorgersi che ci sei anche tu. Non si capisce se nelle scuole il presepio ci possa essere o no. Qualcuno dice che ci deve essere!

In realtà tu non disturbi nessuno; sei nato e vissuto facendo del bene. Non occorre essere cristiani per capirlo. Ti guardano con simpatia anche non credenti. Qualcuno ha scritto addirittura che ha bisogno di te. «Bisogna parlare di più di Gesù: è un esempio straordinario per tutti di come dovrebbe essere l’uomo, a prescindere dalla fede. Un uomo che segue i principi fino alle estreme conseguenze. Gesù mi ha accompagnato in ogni momento della vita e in ogni mio cambiamento: mi è sempre stato accanto, come un’ombra» (Vittorino Andreoli).

Però la storia del Natale non è il ricordo del tuo compleanno. San Francesco, quando esattamente 800 anni fa ha costruito il primo presepio vivente a Greccio lo sapeva bene.

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Nella capanna, infatti, non ci ha messo i protagonisti. Ma solo il bue e l’asinello, che erano un rimprovero per il popolo di Israele, che non conosceva il suo Salvatore, mentre le due bestie conoscevano il loro padrone, come ricorda il profeta Isaia. Il santo di Assisi desiderava che chi si accostava a quel presepe diventasse un poco come il Bambino di Betlemme, lo facesse nascere dentro di sé. Noi oggi sappiamo bene che la tua nascita si rinnova di anno in anno e i bambini soprattutto, ma non solo loro, ti chiedono qualche regalo.

Io sono un poco smarrito, perché so di vivere in un mondo che abbiamo trasformato in qualcosa di brutto, di violento, dove si uccidono tante donne innocenti, dove troppe guerre fanno stragi insensate, distruggono case e spengono ogni speranza di futuro. E allora non so chiederti regali. Ti domando perdono perché a pensarci bene questo mondo è la tua culla e noi l’abbiamo insudiciata e colmata di sofferenza. Se mi guardo attorno sono costretto ad ammettere che le merci valgono più delle persone, che probabilmente il mercato sta prendendo il tuo posto.

Lo scrive bene il prete e giornalista Tonio dell’Olio: «le merci del nostro benessere sono più importanti delle persone. Milioni di poveri che sfidano deserti e mari per mettersi in salvo da fame, guerre e persecuzioni il più delle volte vengono ostacolati in tutti i modi fino a morire…»

Anche tu hai condiviso la loro sorte. I potenti volevano ucciderti poco dopo la nascita e sei dovuto scappare in Egitto. Anche tu profugo! E anche attorno a me vedo tanto dolore causato dalle malattie, dalle incomprensioni, dall’indifferenza.

Voglio pregarti per le bambine e i bambini che vedono le loro famiglie senza pace, che hanno perduto l’amore, perché ha vinto l’egoismo. Voglio pregarti per i lavoratori che pur faticando non arrivano a fine mese o muoiono per un incidente sul lavoro. Potrei continuare ancora, ricordando l’amarezza di tanti credenti delusi da una chiesa che ama i soldi, che traffica in affari niente affatto chiari o giustificabili.

Ma voglio terminare ricordando che in questo mondo e in questa chiesa ci sei tu con la tua bontà e la tua proposta: se vuoi anche tu puoi rendere migliore questo mondo e questa chiesa. Per questa fiducia che poni in me e in tutti posso dirti soltanto grazie!

 



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