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Ddl orso, chiuse le audizioni in Terza commissione

lun 12 feb 2024 12:02 • Dalla redazione

Imprenditori, Cal, Sat e Ordine dei forestali favorevoli

TRENTO. Si sono concluse in Terza commissione, presieduta da Vanessa Masè (La Civica), le audizioni sull ddl 11sugli orsi. Dal CAL è arrivato un sì al disegno di legge: il presidente Paride Gianmoena ha affermato che la posizione del Consiglio delle autonomie è favorevole al ddl. Una parere unanime, granitico, l’ha definito il presidente del Cal, che va incontro alla mozione votata lo scorso anno a favore del contenimento degli orsi problematici. L’unanimità rappresenta tutti i comuni trentini a favore di un disegno di legge, ha detto ancora, che velocizza gli interventi nei confronti degli animali pericolosi. Importante, per Gianmoena, che il ddl preveda l’intervento dei tecnici. Questo, ha detto ancora, è il primo passo per cambiare i rapporti tra Stato – Pat – Unione Europea, senza dimenticare il coinvolgimento dell’Euregio. Dal Cal è uscito un messaggio chiaro: il tema dei grandi carnivori riguarda tutto il Trentino, dalle valli alla città. Il presidente Cal ha detto che il passo successivo è quello, tutti insieme, di riuscire a fare dei piani di gestone dei plantigradi. L’orso c’è, ci dovremo convivere, ha aggiunto, ma non con questi numeri. Per Gianmoena la priorità è l’abbattimento degli individui pericolosi con un supporto scientifico. Fin da subito si devono elaborare piani ma ciò non significa non fare nulla per i cassonetti anti orso, una raccolta più attenta dei rifiuti.

Massimo Vettorazzi, vicepresidente commissione Tutela ambientale della SAT, ha affermato che la Sat considera positivo un ddl che deleghi la responsabilità della gestione al Presidente della Giunta. Ci sono però ambiguità, a partire dal limite degli 8 abbattimenti che non rappresenta un piano di controllo del numero. Ispra dice che così non ci sarebbe una riduzione della popolazione e questa legge sembra suggerire che invece tutti gli anni si possono prelevare otto plantigradi. Anche se c’è un problema genetico che sta impoverendo la popolazione che potrebbe essere messa a rischio. La gestione degli orsi problematici, secondo Vettorazzi, è solo un tassello. Sat non si è mai tirata indietro sugli abbattimenti come ultima ratio, come è accaduto per M90 nell’ottica della conservazione della popolazione e non degli individui. Si deve però operare sulla prevenzione, a partire da una corretta gestione dei rifiuti essenziale per evitare che l’orso venga a contatto con l’uomo. Altra cosa da fare per la Sat è riaprire il dialogo con tutti i portatori di interesse come quella portata avanti, nel 2016, dall’Ufficio stampa della Pat e il tavolo istituito dalla Giunta nel 2015 che però non è stata riattivata dopo il Covid.

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Tavoli, insomma, che secondo Vettorazzi, vanno riaperti per parlare in modo razionale del tema grandi carnivori. Infine, va messa in campo una campagna di informazione e di conoscenza del comportamento di questa specie sull’arco alpino. Il rappresentante della Sat ha detto che al primo posto, anche se il rischio zero non esiste, è la sicurezza delle persone tenendo fisso l’obiettivo della conservazione della specie. La Sat, ha aggiunto, in questi anni ha portato avanti un’informazione il più possibile corretta e equilibrata senza creare i fans dell’orso. Tante sono state le serate organizzate e sempre partecipate e apprezzate. L’orso e il lupo, ha aggiunto, sono animali che dividono l’opinione pubblica ma vanno lasciate a parte le emozioni e la rabbia a favore di un pensiero razionale riallacciando i fili di una spaccatura della comunità trentina. Vettorazzi ha detto che i soci della Sat non hanno mai segnalato situazione di pericolo, ma a chi fa la manutenzione dei sentieri è stata fatta una formazione ad hoc.

Il presidente dell’Ordine degli agronomi e dei forestali, Claudio Maurina, ha affermato di essere sollecitato dai colleghi che hanno avuto incontri con l’orso. Fenomeno complesso, che va gestito, già anni fa nel Comitato faunistico si evidenziava il rischio del bracconaggio che è purtroppo diventato realtà. Quindi, sì agli abbattimenti degli orsi pericolosi e ha auspicato il via libera allo spray anti orso, indispensabile per chi lavora come i forestali, magari da solo, nel bosco. Maurina ha affermando che i pericoli maggiori si corrono quando si è da soli. Eventualità che per i dottori forestali è frequente e tanti sono stati gli incontri con il plantigrado. Per questo lo spray sarebbe importanti. Maurina ha detto che nel Comitato faunistico si erano chieste azioni per la soppressione dei problematici e avanzata la richiesta degli spray che il Repubblica Ceca e il Slovenia vengono dati anche ai bambini che abitano in zone frequentate dall’orso. Anche per il presidente dell’Ordine indispensabile è la corretta gestione dei rifiuti. Infine, Maurina, ha ricordato che nel progetto Life Ursus è mancata la diffusione degli orsi nelle zone alpine limitrofe causando anche guai genetici per questa specie che potrebbe essere messa a rischio.

Hanno chiuso le audizioni i rappresentanti del Coordinamento imprenditori. Il presidente Mauro Paissan ha ricordato che da anni si chiedevano azioni coraggiose e quindi gli imprenditori sono a fianco del Consiglio e hanno supportato la scelta di Fugatti di ordinare l’abbattimento di M90. Sull’orso la posizione del Coordinamento è semplice: la convivenza è complicata e talvolta la sicurezza è messa a repentaglio e a repentaglio viene messo il turismo. La richiesta è, quindi, quella di agire per prevenire il conflitto e dove necessario ricorrere anche alla soluzione estrema dell’abbattimento. Comunque, non si possono avere esitazioni sulla tutela dei cittadini e delle attività economiche. Ciò senza svalutare l’importanza della biodiversità. Il presidente Paissan ha chiesto quindi che il ddl venga approvato dal Consiglio. Infine, il coordinamento, ha espresso solidarietà nei confronti di Fugatti e Failoni per le minacce che hanno ricevuto.

Il presidente della Federazione delle cooperative Roberto Simoni ha ricordato la situazione di sofferenza degli allevatori. Inoltre, ha aggiunto che la situazione dell’orso, importato secondo un progetto che non è stato adeguatamente seguito, è diversa da quella del lupo. Infine, ha rinnovato la solidatietà a Fugatti e all’assessore Failoni.

Anche il presidente degli Artigiani Marco Segatta ha affermato che va difesa la biodiversità, ma prima di tutto c’è la sicurezza. Gli artigiani che lavorano nel bosco, ha ricordato, chiedono la possibilità di poter usare lo spray anti orso. Un’istanza, ha detto Masè, che il Consiglio cercherà di portare avanti. Segatta ha affermato che l’orso in questo ultimo anno ha rappresentato un impatto emotivo forte. Quindi, è giusto pensare a un controllo di questa specie. Così come per i lupi. Insomma, va fatto un ragionamento a 360 gradi sulla fauna.

Ilaria Viola della Pat ha ricordato che orsi e lupi sono altamente tutelati. Per l’orso c’è il Pacobace per il lupo, invece, la rimozione può essere fatta solo con lo strumento della deroga, quindi non sono possibili piani di abbattimento.  A livello nazionale c’è un piano lupo vecchio che non contempla l’espansione della specie sulle Alpi dagli Appennini e dai Balcani. Da anni, ha ricordato ancora, si sta lavorando per aggiornare questo piano che consideri tutti gli aspetti della tutela della specie. Il piano, inoltre, secondo le direttive del ministero dell’ambiente, non prevede le deroghe. L’obiettivo è di arrivare a un Pacobace anche per il lupo, ma le posizioni sono molto diverse tra le regioni del Nord Italia e il ministero. Ispra, comunque, ha dato un parere positivo agli abbattimenti di alcuni individui in Trentino, non come deroga ma come esperimento. 



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