sab 16 mar 2024 13:03 • Dalla redazione
A Trento un convegno promosso dalla Fondazione Museo storico del Trentino il 22 e il 23 marzo
TRENTO. Nel pomeriggio di venerdì 22 e nella mattinata di sabato 23 marzo si terrà a Trento, alle Gallerie, il convegno di studio “Gli italiani d’Austria-Ungheria al tramonto dell’Impero: la politica”, promosso dalla Fondazione Museo storico del Trentino in collaborazione con l’Istituto di storia sociale e religiosa di Gorizia. Due giornate di studio che evidenzieranno le differenze ideologiche e regionali tra i diversi partiti politici che rappresentavano gli italiani d’Austria-Ungheria.
Negli ultimi decenni dell’Impero gli italiani
d’Austria-Ungheria non solo vivevano in territori geograficamente diversi e
lontani tra loro, come il Trentino e la costa adriatica, ma si trovavano anche
in una situazione amministrativa, economica, nazionale e politica molto differente.
Il convegno proposto a Trento il 22 e 23 marzo intende presentare
queste diversità, illustrando caratteristiche e posizioni degli schieramenti
politici che rappresentavano gli austro-ungaro-italiani e mettendo in risalto
le differenze regionali, oltre a quelle ideologiche. Alla fine delle due
giornate di studio dovrebbe emergere un quadro variegato e complesso, molto
lontano dall’ormai superata leggenda dei territori austro-italiani del tutto
irredentisti, oppressi da una dominazione straniera che la popolazione
rifiutava.
«Va tenuto presente che, con l’eccezione della parte
veneziana dell’Istria e della Dalmazia, tutti gli altri territori abitati dagli
austro-italiani sottostavano già da diversi secoli, più o meno direttamente,
all’area di influenza asburgica e gli Asburgo non rappresentavano per i loro
abitanti un dominio straniero» - precisa Maddalena Guiotto, ricercatrice della Fondazione Museo storico del
Trentino e coordinatrice scientifica del convegno.
Si tratta di regioni inserite da secoli nel sistema plurinazionale
mitteleuropeo che avevano sperimentato istituzioni politiche molto differenti
da quelle dei territori del Regno d’Italia.
«Questo spiega come l’appartenenza alla Monarchia asburgica non venisse posta
in questione dalla grandissima maggioranza dei trentini e delle popolazioni
italiane del Litorale; solo piccoli raggruppamenti minoritari di
‘italianissimi’ si pronunciavano in modo irredentista per la separazione dalla
Monarchia e l’unione all’Italia» - prosegue Guiotto. «Solo a poco a poco
durante la guerra avvenne la ‘conversione’ della maggioranza dei politici
austro-italiani all’unione all’Italia. Non si deve quindi sopravvalutare il
peso dell’irredentismo italiano negli sviluppi della politica interna del
Trentino e del Litorale. Nella vita politica degli italiani austriaci il
confronto si faceva più acuto con le confinanti nazionalità austriache – nel
Trentino con i tedeschi (tirolesi) e nel Litorale con gli sloveni e i croati –
e aveva un ruolo molto più importante rispetto alla nascita dello Stato
nazionale italiano. Proprio l’inasprito confronto con le altre nazionalità
rafforzò il senso di appartenenza alla nazione culturale italiana e trasformò
le due regioni in territori di conflitto continuo, anche se solo
latente».
I relatori e le relatrici presenti al convegno provengono da centri di ricerca italiani, austriaci e croati: le Università di Innsbruck, di Padova, di Bari e di Udine, la Fondazione Museo storico del Trentino, l’Istituto storico austriaco a Roma, l’Istituto di storia sociale e religiosa di Gorizia, la Società internazionale di divulgazione Manlio Cecovini per gli studi storici sociali ed etici di Trieste e il Centro di ricerche storiche di Rovigno; i loro interventi saranno basati su ricerche d’archivio, in Italia e in Austria e sull’utilizzo della stampa, dei discorsi parlamentari e delle memorie di alcuni protagonisti italiani e austriaci.
La partecipazione alle due giornate di studio, che hanno ricevuto il patrocinio della SISSCO (Società italiana per lo studio della storia contemporanea) e della SISCALT (Società italiana per la storia contemporanea dell’area di lingua tedesca), è aperta al pubblico; per gli insegnanti è riconosciuta come corso di aggiornamento.