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Montagnaterapia: firmata convenzione tra Apss e Sat

gio 18 apr 2024 16:04 • Dalla redazione

Saranno realizzate iniziative riabilitative in montagna per i pazienti dei Centri di salute mentale

TRENTO. La montagna, accessibile, diventa terapia e risorsa per la salute e il benessere mentale: Sat e Azienda sanitaria uniscono forze e saperi per promuovere una serie di progetti di montagnaterapia che puntano a favorire il processo di cura e riabilitazione dei pazienti seguiti dai Centri di salute mentale e in generale delle persone con disabilità. È questo quanto prevede, in estrema sostanza, la convenzione firmata da Azienda provinciale per i servizi sanitari e Sat – Società alpinisti tridentini e presentata oggi in conferenza stampa nella sede centrale di Apss dal direttore generale Antonio Ferro, dalla direttrice per l’integrazione socio sanitaria Elena Bravi, dal direttore del Dipartimento transmurale di salute mentale Claudio Agostini, insieme alla presidente della Sat Anna Facchini, alla consigliera Sat Paola Trainotti e a Claudio Colpo, coordinatore del Gruppo montagna per tutti.

Sulla base dell’accordo saranno organizzate escursioni e altre attività in ambiente montano, con la sapiente guida dei soci volontari Sat e il supporto degli operatori sanitari, per promuovere un approccio inclusivo e accessibile alla montagna che possa avere una valenza terapeutica, riabilitativa e socio educativa per le persone portatrici di diverse problematiche, patologie o disabilità; il tutto con l’obiettivo di favorire il recupero di competenze e la crescita e l’autonomia del singolo all’interno di un gruppo. Gli interventi socio-sanitari si integrano con le conoscenze culturali e tecniche proprie di chi frequenta la montagna con prudenza, in un lavoro di équipe pianificato e condotto in sinergia. Inizialmente le uscite saranno dedicate ai pazienti seguiti dai Centri di salute mentale, ma in prospettiva potranno essere coinvolti anche pazienti con altre tipologie di disabilità, avendo la montagna una valenza terapeutica generale. La convenzione rappresenta quindi un accordo quadro sulla base del quale saranno definiti dai Centri di salute mentale e dalle varie sezioni Sat i dettagli delle uscite focalizzate sugli utenti, garantendo sempre i requisiti di base di sicurezza e benessere per tutti i partecipanti.

L’accordo prevede inoltre iniziative culturali e divulgative per sviluppare il confronto all’interno della società civile sull’utilizzo della montagna come luogo di miglioramento del benessere fisico e psichico e iniziative di studio e ricerca finalizzate a una maggiore conoscenza delle ricadute clinico-terapiche delle attività di montagnaterapia.

«Le nostre bellissime montagne – ha dichiarato il dg Antonio Ferro – sono una risorsa unica non solo per il benessere fisico ma anche per quello mentale, sono un ambiente terapeutico naturale. Affrontare le sfide della montagna consente anche a chi ha una disabilità di aumentare la fiducia nelle proprie capacità e di connettersi con la natura, indipendentemente dalle proprie capacità fisiche o mentali. Ringrazio la Sat per la disponibilità ad ‘istituzionalizzare’ tramite questa convenzione un’attività come la montagnaterapia che promuove già da anni con grande impegno, con l’obiettivo di favorire l’inclusione sociale e la partecipazione attiva delle persone con disabilità».

«Sat – ha dichiarato la presidente Anna Facchini – ha sempre promosso lo sviluppo della montagna come luogo di inclusione e coesione sociale. Promuovere le condizioni che favoriscono l’accessibilità alla montagna è quindi un modo per fare inclusione. L’ accordo che firmiamo oggi sistematizza e facilita le collaborazioni tra le diverse sezioni Sat e l’Azienda sanitaria. Un accordo di sistema che risponde anche ad una sollecitazione e suggerimento venuto dal Cai, quando parla di ‘montagnaterapia’. È un’attività che si vede poco e l’auspicio è che prenda più visibilità. Ha in sé principi importanti che riconosciamo nelle sue parole chiave: inclusione, cura, accoglienza. Già nel 2018 anche la Federazione della Cooperazione Trentina aveva sostenuto il progetto denominato ‘Esperienze in rifugio” come modello di inclusione sociale. La Sat nei suoi intenti facilita e promuove la frequentazione consapevole della montagna, riconoscendone anche i limiti. In questo caso lo facciamo individuando percorsi adatti, accompagnando le persone a piedi o sfruttando il trasporto con le joëlette».

«Questo accordo – ha evidenziato Elena Bravi – è un esempio perfetto del concetto di integrazione socio sanitaria, laddove la socialità e la convivialità possono avere una valenza terapeutica e sanitaria. Il valore dell’ambiente e della montagna come stimolatore di benessere è ampiamente riconosciuto. I benefici della montagna per la salute mentale e il benessere delle persone con disabilità sono tantissimi: l’ambiente montano con i suoi colori, i profumi, i suoni ma anche il silenzio, aiuta a ridurre ansia e stress, la sfida fisica contribuisce a migliorare l’autostima e la consapevolezza di sé, l’esperienza di gruppo e la condivisione contribuiscono a rompere le barriere sociali, a superare lo stigma e a favorire la comprensione e l’accettazione tra individui».

«Abbiamo dato un ordine di riferimento – ha spiegato la consigliera Sat Paola Trainotti – alle attività che già le sezioni svolgevano sul territorio. Invece di prendere accordi tra le diverse sezioni Sat e i Centri di salute mentale abbiamo stipulato una macro accordo di riferimento tra la Sat centrale e il Dipartimento di salute mentale dell'Azienda sanitaria. In tal modo ogni sezione Sat può attivarsi su richiesta dell’Unità operativa richiedente. Le persone che vengono accompagnate in queste uscite, in queste ‘gite speciali’, hanno per la maggior parte un disagio mentale, ma i soggetti fragili sono anche altri. La montagna è terapia e i benefici che può dare una passeggiata, lo stare nel verde o nella neve, a quote non troppo elevate, sono molteplici. Organizziamo passeggiate adeguate alla capacità degli utenti, che variano nelle difficoltà. Ci confrontiamo sempre con il personale dell’azienda sanitaria che ci accompagna costantemente».

«È una convenzione che non nasce dal nulla e per caso – ha concluso Claudio Colpo coordinatore del Gruppo montagna per tutti – ma va a certificare un lavoro che ha decenni di storia alle spalle. Una delle tante attività di Sat magari meno note ma importantissime che si regge sul volontariato. Il nostro è un servizio di accompagnamento, mettiamo a disposizione la nostra conoscenza del territorio e la capacità di saper individuare un percorso che meglio si adatta al gruppo che si andrà ad accompagnare. Ripercorrendone velocemente la storia possiamo ricordare la prima esperienza del ‘92 quando la Sosat organizzò il primo trekking con i ragazzi della Cooperativa La Rete di Trento – un’attività di collaborazione che dura ininterrottamente da 25 anni. Negli anni abbiamo partecipato a svariati convegni e seminari. Varie sezioni Sat hanno organizzato negli anni decine e decine di escursioni giornaliere e/o trekking di più giorni. E ancora il progetto “Rifugio sociale” con il coinvolgimento di altre otto associazioni, grazie all’impegno di Stefano Bertoldi».

«Le esperienze di montagnaterapia vengono da lontano – ha evidenziato il direttore del Dipartimento di salute mentale Claudio Agostini – e sono state sperimentate anche qui in Trentino grazie all’umanità e alla professionalità dei volontari Sat e dei nostri professionisti. Questo accordo è quindi un punto di arrivo e non di partenza che definisce anche una serie di questioni logistico organizzative che favoriranno la buona riuscita delle varie escursioni. La nostra terra trentina può offrire al mondo tanta bellezza, non solo da ammirare, ma anche da assaporare come elemento di benessere e salute. Da oggi, grazie ai nostri amici della Sat, questa bellezza è più raggiungibile».  

 



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