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Ghiacciai: un bilancio di fine estate

gio 30 set 2021 09:09 • By: Giacomo Poletti

Il calo dei ghiacci negli ultimi 150 anni è nettissimo

La fine dell'estate è il periodo ottimale per fare i bilanci di massa dei ghiacciai, dato che coincide con la fine della cosiddetta “ablazione”, cioè della fase stagionale di diminuzione (fusione) del ghiaccio. A metà settembre i ghiacciai spiccano spesso fra rocce e versanti senza neve e misurarli diventa più agevole. Un andamento analogo si registra peraltro sui ghiacci marini artici, che toccano anch’essi il minimo solitamente fra il 10 e il 20 settembre, per poi tornare ad espandersi. L’occasione è buona per sfatare qualche falso mito sui nostri colossi dormienti: spesso, sui social, noto persone dubbiose sulla regressione glaciale in atto. Talvolta ho persino visto qualcuno convinto che solo un secolo fa, e pure all’epoca della morte di Ötzi, i ghiacciai fossero meno estesi di oggi. Ma allora il ritrovamento di reperti storici ai piedi delle lingue glaciali cosa dimostra?

I dati e i confronti fotografici - esistono molte foto già a partire dalla fine del 1800 - sono lampanti: il calo dei ghiacci negli ultimi 150 anni è nettissimo.

Perché allora solo oggi si trovano reperti della Prima Guerra Mondiale? Il motivo sta nel fatto che ogni oggetto o corpo abbandonato sul ghiaccio tende ben presto a sprofondare, inizialmente perché più scuro, quindi più caldo della neve quando viene illuminato dal sole, poi semplicemente perché col tempo viene coperto dalle nevicate. Il corpo o l’oggetto affondano quindi un po' alla volta, arrivando in pochi anni fin sul fondo del ghiacciaio, sul terreno. La massa glaciale può inoltre trasportare i corpi verso valle (come nel caso di Ötzi, che ha entrambe le braccia piegate dal movimento del ghiacciaio, o come i massi erratici di porfido arrivati da nord sulle Dolomiti durante le glaciazioni). Il punto dove oggi ritroviamo una bomba o un reperto, quindi, non era certo libero dai ghiacci all’epoca del suo abbandono! Solo il ritiro della massa glaciale ha consentito di riportare alla luce oggetti che comunque si trovavano su spesse coltri di ghiaccio pochi decenni fa. E i baraccamenti militari emersi in alta quota, come ad esempio a Punta Linke? Una prova che il ghiaccio un tempo non c’era? Assolutamente no! Questi ripari (così come la famosa “città di ghiaccio” sulla Marmolada) erano stati ricavati proprio rimuovendo metri di ghiaccio per nascondersi e attestarsi sulla solida roccia. Lo dimostrano, ancora una volta, le foto e i racconti dei soldati. Nemmeno queste, quindi, possono essere delle prove di una minore estensione glaciale del passato. Nelle prossime puntate approfondiremo il tema delle fluttuazioni climatiche



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