Skin ADV

Il radar meteorologico

mar 30 ago 2022 09:08 • By: Giacomo Poletti

Uno si trova sul monte Macaion, in alta Val di Non

Il radar meteorologico lo conoscete? Si tratta ormai di una risorsa facile da trovare online, anche da un cellulare ad esempio, per capire in diretta dove e quanto sta piovendo e soprattutto per provare a prevedere a breve termine dove si stanno dirigendo le piogge.

Sarà noto a molti che il radar per “vedere” le precipitazioni sul Trentino è collocato sul monte Macaion, in alta Val di Non, gestito dalle due province di Trento e Bolzano. Il Macaion è infatti un punto ottimale grazie all’altitudine e alla straordinaria vista a 360° su larga parte dei monti dell’Alto Adige e del Trentino. Cerchiamo allora di capire insieme quali sono pregi e difetti di questo strumento, partendo dalla comprensione del suo funzionamento.

Radar è infatti l’acronimo di Radio Detection And Ranging (Individuazione tramite onde radio e misura della distanza): si tratta di impulsi di microonde (fra 1 e 10 cm di lunghezza d’onda) emessi in una precisa direzione con un angolo definito, prossimo comunque quasi sempre all’orizzontale, da uno speciale tubo (il “klystron”); eventuali precipitazioni nel raggio di diverse decine di chilometri riflettono parte di questi impulsi, che quindi vengono rilevati di nuovo dal radar grazie ad una antenna parabolica (di solito protetta dentro una struttura sferica bianca). Potenti calcolatori riescono poi a determinare la distanza della precipitazione rilevata rispetto al radar, poiché l’impulso compie il percorso di andata e ritorno alla velocità (nota) della luce. Pochi minuti - giusto il tempo di far compiere all’antenna una rotazione completa a 360° - e si può ottenere una mappa accurata delle precipitazioni. Ripetendo le scansioni per più volte (ad esempio ogni 5, 10 o 15 minuti) con le varie mappe ottenute si arriva a una sorta di “moviola” in loop dello spostamento delle precipitazioni sul territorio.

In base alla grandezza delle cosiddette idrometeore – che possono andare dalle goccioline minute di pioviggine, alla pioggia, fino alle grosse gocce dei rovesci intensi, passando per le varie taglie dei chicchi di grandine e dei fiocchi di neve – cambia la frazione di impulso radar riflesso tanto da poter stimare pure l’intensità istantanea dei fenomeni grazie a complicati algoritmi.

Il radar meteo è quindi uno strumento utilissimo il cui potenziale in meteorologia è stato scoperto quasi per caso durante la Seconda Guerra Mondiale, nella sorveglianza di Londra dagli attacchi aerei del regime nazista. Finita la guerra, si è capito che il radar, specie a certe lunghezze d’onda, poteva servire non solo per controllare il movimento dei velivoli, ma anche e soprattutto per monitorare le piogge.

Il radar, dicevamo, ha anche alcuni “difettucci” che rendono le misurazioni della pioggia al suolo comunque ancora insostituibili. Il primo problema, ad esempio, è che la superficie terrestre è… rotonda!

Il fascio radar, emesso orizzontale o quasi da monte Macaion, già all’altezza di Verona si trova a viaggiare parecchi chilometri più alto rispetto alla partenza, proprio per via della curvatura terrestre, e questo rende spesso invisibili eventuali precipitazioni vicine al suolo (più frequenti in inverno) mentre i temporali, sviluppati in forma colonnare nell’atmosfera, sono invece rilevati molto bene anche a centinaia di chilometri di distanza dal radar.

Un altro problemino è dato dal mascheramento operato dalle montagne: rispetto a Macaion la zona di Tione ad esempio è coperta dal Brenta ed anche in questo caso le piogge o le nevicate “stratiformi” più vicine al suolo sfuggono allo strumento. Ci sono poi altri potenziali problemi come il mascheramento dato da rovesci forti sulle aree retrostanti, l’evaporazione della pioggia mentre precipita, la “bright band” che fa sovrastimare la grandezza delle gocce in caso di grandine bagnata o di fiocchi di neve fusa, i problemi generali di stima dell’algoritmo implementato, che va continuamente tarato sulla base delle misure di pioggia a terra e non solo. Il “nostro” radar trentino, fra l’altro, è piuttosto vetusto e sta per essere sostituito da un nuovo strumento che dovrebbe entrare in funzione già nel 2023.

Non ci resta quindi che dare un occhio al radar…quando piove. Il radar di monte Macaion è consultabile qui (https://meteo.provincia.bz.it/radar-meteorologico.asp, ma è presente in grafica diversa anche sulla home page di Meteotrentino) mentre la soluzione migliore, per le problematiche elencate poco fa, sarebbe una serie di radar sul territorio per colmare le zone più incassate fra i monti, altrimenti invisibili. Nascono così le immagini “composite”, costituite utilizzando i rilievi contemporanei di più radar (https://meteologix.com/it/radar-hd/italy/20220503-1355z.html).

Opera in questo modo la Svizzera, che con le proprie immagini radar arriva a coprire persino la nostra Provincia aiutandoci nelle fasi di disservizio del radar sul Macaion. Il composito della Lombardia (http://www.centrometeolombardo.com/radar/) è invece spesso utile per prevedere l’arrivo di piogge sulle valli di Non e di Sole, dato che molto spesso i venti umidi giungono proprio da ovest o da sud/ovest.

Nella figura: immagine radar della sera (ore 23.30) del 30 agosto 2022. L'immagine è garantita dai radar svizzeri vista la momentanea dismissione del radar del monte Macaion per lavori. L'immagine mostra peraltro deboli piogge su Cles.



Riproduzione riservata ©

Le nostre regole

indietro