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Un anno di record e novità estreme

mar 26 dic 2023 09:12 • By: Giacomo Poletti

Scopriamo come è stato il 2023 meteorologico

Com’è stato il 2023 meteorologico? I record di caldo prenatalizi hanno dato un ultimo “colpo di reni” alle medie di temperatura annuali, che nelle valli del Noce sono ad ora quasi identiche al 2022, annata che come molti ricorderanno risultò però la più calda in Trentino-Alto Adige da quando esistono misure (cioè almeno dal 1921, ma in qualche caso pure prima).

Rispetto all’anno scorso, almeno, quest’anno ha piovuto da maggio in avanti, tanto che l’annata dovrebbe chiudere un filo sopra le medie pluviometriche. Ad esempio a Malè siamo a 909,6 mm annui contro una media storica che sarebbe di 820,5 mm; Cles si trova praticamente in linea con i valori normali. Il cambiamento climatico è sotto gli occhi di tutti: l’aumento dei gas serra purtroppo non porta solo più caldo, ma si notano altre modificazioni. Ad esempio una persistenza degli anticicloni sul Mediterraneo e un aumento dei diametri della grandine, tutti fenomeni studiati ed accertati dai climatologi. E il meteo del 2023 ha confermato questi trend. Facciamo allora un breve viaggio fra i fenomeni “notevoli” accaduti durante l’anno da noi e non solo.

Fin da Capodanno i leitmotiv sono stati il caldo anomalo e il seccume: già il 1° gennaio sono caduti dei record di temperatura minima giornaliera più elevata per il primo mese dell’anno in val di Non (Fondo +4.6° a 910 metri, senza föhn) e in val d’Adige. Tutto gennaio è stato caldo, nei primi 12 giorni le temperature di Trento hanno coinciso con quelle storiche di Roma Ciampino. Poca neve (un paio di cm il giorno 16) non ha limitato la siccità a febbraio, quando il lago di Garda era sotto media di mezzo metro, l’Adige ai minimi di portata trentennale mentre, tanto per cambiare, nuovi record di temperatura minima elevata si sono siglati il 24 in Alto Garda.

A marzo (il 14) una prima, timida pioggia, ma nonesi e solandri hanno dovuto aspettare il 12 aprile per la prima precipitazione “seria” dell’anno, con 20-30 millimetri in un mese nel complesso fresco. Maggio è stato bagnato e ancora fresco; i due mesi resteranno gli unici del 2023 a risultare freschi rispetto alla norma. Da segnalare le due catastrofiche alluvioni in Emilia del 2 e del 17 maggio.

Giugno è partito con qualche pioggia salvo poi ritornare alla persistenza dell’anticiclone africano che ha reso il mese caldissimo. A luglio l’energia accumulata nei mari si è sfogata con tre grandinate “monstre”. Il 13 i chicchi hanno toccato i 10 cm di diametro a Sarentino (record per l’Alto Adige) con la curiosità di vedere 30° a Trento a mezzanotte, un altro inedito. Il 19 un’altra grandinata fuori scala (chicchi di 8 cm) ha devastato i campi di Ville di Giovo (il giorno prima, a Roma, si erano toccati i +40.9°, picco senza precedenti per la capitale). Il 25 luglio altra stoccata grandinigena in Trentino, ma da fantascienza in Pianura Padana dove si è siglato il record europeo di diametro di un chicco con l’inquietante valore di 19 cm ad Azzano Decimo, in Friuli. Ad agosto, nuovo primato per le valli di Non e Sole: di freddo? Macché, lo zero termico ha raggiunto per la prima volta i 5300 metri il giorno 22, mentre a Trento si toccava la massima annuale con +36.6°, record per l’ultima decade agostana così come in Paganella (+15.6°).

A settembre è cambiato qualcosa? No, sempre anticiclone africano, tanto che l’8, il 9 e il 10 vengono siglati primati di caldo in Europa centrale e in quota nel bacino del Noce (alla diga del Careser altra ridda di record settembrini). Arriviamo così a fine ottobre prima di vedere piogge consistenti (notevoli i 149 millimetri di pioggia il 31 alle Marocche di Dro) tanto che a novembre ci siamo portati persino sopra media pluviometrica, un surplus mantenuto fino ad oggi.

Come finirà il 2023? La mitezza prenatalizia lascerà spazio a temperature un po’ più “umane” da giovedì 28 e c’è persino la possibilità di vedere una perturbazione fra il 30 e San Silvestro, per ora però non ben definita né nelle quantità, né nelle tempistiche.

Il 2024 dovrebbe aprirsi – ed è quasi una notizia dopo lo stillicidio di record appena visto – con temperature nella norma. In attesa di risentirci, quindi, auguro un buon anno a tutti i lettori del NOS!  

 

 

 



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