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Giugno 2019: un caldo straordinario

lun 09 mar 2020 11:03 • By: Giacomo Poletti

Il record della temperatura deriva da un mix di riscaldamento globale e condizioni meteo

La straordinaria ondata di caldo di fine giugno merita di interrompere, almeno per una puntata, il discorso sul clima delle nostri valli.

La parola eccezionale non è esagerata: dai dati meteorologici, il 27 giugno scorso risulta la giornata di giugno più calda da quando si rilevano le temperature, in alcuni casi dal 1921. A Malé, la massima di 37.2° di mercoledì 27 non ha precedenti né per giugno né a livello assoluto, così come la minima, di 18.8° l’ultimo del mese. A Cles la stazione meteo è stata spostata in passato (dal convento di Sant’Antonio all’attuale Maso Maiano) e fare confronti non è del tutto corretto, ma anche qui i 36.4° del 27 non hanno precedenti per giugno, mentre a livello assoluto sono stati superati dall’agosto 2003. 

Andando nel dettaglio si scopre che i record di temperatura in Trentino sono caduti soprattutto dai 500 ai 2500 metri di quota. Per capire il perché, partiamo dall’indagato numero uno, il riscaldamento globale generato dalle attività umane. Un tema dibattuto, che merita senz’altro una trattazione a parte in una delle prossime puntate. Ma basta “solo” il global warming per far toccare a fine giugno (che non sarebbe il mese più caldo dell’anno, peraltro!) i 37 gradi alla val di Sole? Ovviamente no: contano le condizioni meteo. Vediamole, a partire dall’aria caldissima dal deserto sahariano.

In libera atmosfera i palloni sonda hanno misurato valori senza precedenti. I lanci vengono fatti dagli aeroporti ogni 12 ore e ad esempio a Milano Linate si è rilevato il valore inedito di 27.4° a 1600 m. Un flusso lento dall’Algeria in moto verso Mediterraneo, Francia e Centro Europa, con l’aria “rovente” arrivata poi sul Trentino da nord. Per la legge dei gas, l’aria che si comprime (che si “schiaccia” verso il basso, aumentando la pressione) si riscalda: lo potete vedere gonfiando le ruote di una bicicletta e toccando la valvola, la sentirete più calda. E il 27 giugno la massa d’aria, già caldissima di suo, ha subito una doppia compressione: la prima per questo effetto fohn di discesa dallo spartiacque alpino verso la Pianura Padana; la seconda dovuta alla subsidenza, lo schiacciamento verso il basso tipico delle alte pressioni. 

Le località più basse, grazie all’umidità confinata nei bassi strati, sono rimaste ai margini del fenomeno e così quasi tutti i record di caldo sono caduti alle quote medie nel centro/nord Trentino dove il fohn ha avuto gioco facile per la vicinanza con il cuore delle Alpi. Così, Malé, pur più elevata, ha toccato una massima superiore a Cles; a nord, San Martino in Passiria (586 m) ha raggiunto i 39.9°! Valori fra i 10° e i 15° sopra alle medie del periodo, una anomalia eccezionale. Il 1° luglio la prima rottura del caldo ha portato, peraltro, un temporale con molta grandine e danni alle colture nella bassa val di Non. 



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