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Le attività umane cambiano il clima

lun 15 feb 2021 20:02 • By: Giacomo Poletti

Luca Mercalli, climatologo, presidente della Società Meteorologica Italiana

Luca Mercalli

Per Luca Mercalli quasi non servono presentazioni: noto al grande pubblico nelle vesti di climatologo e presidente della Società Meteorologica Italiana, ma soprattutto di divulgatore scientifico (in passato a Che tempo che fa sulla Rai) ci ha concesso una intervista esclusiva centrata sul futuro del clima non solo planetario, ma anche delle nostre valli del Noce. Toccando aspetti poco considerati come i comportamenti individuali e le speranze – per ora vane – di una soluzione capace di porre rimedio agli squilibri causati dall’uomo al sistema climatico.

Dottor Mercalli, partiamo dallo sfatare i falsi miti. Cosa si può rispondere a chi sostiene che in fondo il clima è sempre cambiato, che non c’è nulla di strano in quel che sta accadendo oggi al nostro pianeta? 

Beh, sul fatto che il clima sia sempre cambiato, gli si può dare ragione! È verissimo: bisogna però vedere quali sono state le cause dei cambiamenti nella storia del pianeta. In passato hanno agito cause naturali, oggi invece le cause sono antropogeniche, legate cioè alle attività umane. Dati del passato sono ottenibili con la paleoclimatologia: i carotaggi in Antartide consentono ad esempio di ricostruire il clima per milioni di anni. Le cause delle passate glaciazioni sono state individuate nei cambiamenti di assetto dell’orbita terrestre e della intensità della radiazione solare: l’uomo non c’entrava niente. Negli ultimi 200 anni la causa è invece da ricercare nella combustione di petrolio, carbone e gas, che ha cambiato la composizione chimica dell’atmosfera, aggiungendo i gas serra. La cosa interessante è che proprio grazie alle ricostruzioni si può dimostrare come oggi non sia attivo alcun fattore fra quelli che milioni di anni fa cambiavano il clima. Il sole è quieto e monitorato, i parametri orbitali sono stabili, il clima non sarebbe dovuto cambiare negli ultimi 100 anni.

Autoroen Aprile

E invece oggi siamo 1.2°C più caldi di un secolo fa a livello globale.

Da quale era o epoca non faceva così caldo? L’homo sapiens ha mai visto fasi così calde come l’attuale

Sì, probabilmente l’uomo ha vissuto fasi calde fra le due glaciazioni, attorno a 130.000 anni fa. Attenzione però, stiamo superando anche quel limite. La preoccupazione è dovuta a due fattori: al tempo la società era ovviamente ben diversa dall’attuale, con piccoli gruppi nomadi in Africa. Durante questo periodo il clima era appena più caldo di oggi, poi le temperature erano ridiscese tanto da portarci all’ultima glaciazione. La grande differenza è che invece ora siamo solo all’inizio della grande salita, abbiamo davanti altri 4°C/5°C in più se non faremo nulla! Il caldo che preoccupa quindi non è quello di oggi, ma quello che sperimenteranno i nostri figli che vivranno in un clima inedito per la specie umana.

Come potrebbe essere il clima fra 100 anni in Trentino se non faremo nulla?

Ci sarà la totale scomparsa del ghiaccio. Gli unici ghiacciai alpini saranno confinati infatti oltre i 4000 m. La stagione della neve durerà 1 mese invece che i 5 o 6 attuali, anche a 2000 m. Avremo estati tropicali, con picchi di 45°C estivi fino a 500/600 m di quota. Ci sarà un cambiamento nelle specie vegetali, i boschi patiranno, appariranno nuovi insetti, l’agricoltura sarà rivoluzionata, avremo diversi regimi dell’acqua con alto rischio di siccità estive e più alluvioni in autunno-inverno.

Dai governi ai singoli cittadini. Cosa si può fare per evitare che il clima cambi oltre ogni soglia sostenibile? 

I governi dovrebbero agevolare la transizione alle energie rinnovabili, ma non lo si sta facendo. Siamo lenti. Gli Stati Uniti con il neoeletto Biden sembrano sostenere il discorso avviato in Europa dal Green Deal.

Dimaro devastata dalla tempesta Vaia del 2018

Servono per forza scelte globali. I singoli? Ognuno di noi può fare la sua parte operando su quattro settori: dalla casa con isolazioni per tagliare gli sprechi fino al 90%, mettendo pannelli solari ovunque si possa, al viaggiare meno, soprattutto in aereo. C’è poi l’aspetto legato al consumo di carne. Non è necessario diventare tutti vegani, ma rendere la carne - la cui produzione incrementa i gas serra - un elemento solo occasionale della dieta. Il quarto aspetto è dato dal limitare i consumi di oggetti, che vanno riparati o riciclati. In effetti, l’esatto contrario del consumismo.

Cosa ne pensa della geoingegneria. In particolare della rimozione dei gas serra dall’atmosfera? Una branca per ora sperimentale: è promettente? 

Per ora non funziona! Sono ovviamente favorevole alla ricerca scientifica. Ma c’è una estrema urgenza, bisogna agire adesso con quel che abbiamo. Non possiamo dire “inquiniamo e forse fra 20-30-50 anni qualcuno troverà la soluzione”. L’unica soluzione per ora è non emettere. Poi, se qualcuno in futuro troverà il modo di rimuovere dall’atmosfera i gas serra in modo conveniente, festeggeremo. Ci sono esperimenti in atto per ora improduttivi. Teniamo conto che nei sistemi che sequestrano la CO2 non si parla mai del bilancio energetico totale: si rischia di impiegare più carbonio di quel che si rimuove. C’è poi la “narrazione da osteria” del “piantare più alberi”: va bene, ma non è sufficiente.

Dottor Mercalli, le lasciamo una considerazione finale. 

Sono 30 anni che non facciamo nulla nonostante le cose da fare siano ampiamente note. In definitiva nessuno vuol rinunciare a niente. La Terra ha dei limiti, non possiamo avere un desiderio illimitato di espansione. Dobbiamo adeguarci noi alla Terra, non viceversa. Una acquisizione di consapevolezza che ritengo fondamentale.


Erosione fluviale a Croviana

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