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I nostri paesi

Cortina, un’area rustica cintata

lun 31 ago 2020 19:08 • By: Lorena Stablum

Il toponimo è molto diffuso

L’antico mulino di Cortina, frazione di Vermiglio

Anche la Val di Sole ha la sua Cortina. Non si tratta certo della ben più famosa d’Ampezzo, la perla incastonata nelle Dolomiti, in provincia di Belluno, bensì di Cortina, che con le frazioni di Pizzano, Fraviano e la località del Passo del Tonale dà vita al Comune di Vermiglio.

La denominazione è di origine latina, spiega Daniele Bertolini che ha catalogato i toponimi del comune dell’alta valle, i cosiddetti prediali, e deriva da «curtis» (corte) che nel Medioevo alludeva a un’area aperta recintata. Il toponimo è di quelli molto diffusi. Solo in Trentino, di «Cortine» se ne trovano in diverse zone, a Sèn Jan di Fassa e a Levico Terme, ad esempio, e una Cortina, all’Adige in questo caso, sorge in provincia di Bolzano, lungo la Strada del Vino, tra Salorno e Magrè.

Entrambe località alpine, Cortina d’Ampezzo e Cortina di Vermiglio hanno la propria economia nel turismo sia invernale che estivo.

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Blasonata località per lo sci, la prima ha ospitato le Olimpiadi invernali del 1956 e di nuovo le ospiterà, con Milano e il Trentino, nel 2026. Frazione che mantiene ancora il suo carattere rurale con i grandi masi in legno e pietra che svettano tra le abitazioni ristrutturate (di così ampi e imponenti se ne vedono raramente nel resto della valle), la seconda è parte di un comune turistico tra i più importanti della Val di Sole, grazie alla vicinanza con il Tonale e il ghiacciaio Presena.

Una visita a Cortina, in Val di Sole, è emozionante. Vi si arriva percorrendo la provinciale 91, che si dirama dalla statale. Il nucleo abitato è il primo che si incontra salendo in direzione del Tonale. Nel cuore della località, il paese è segnato da vie più o meno ampie, da vicoli stretti o strettissimi che si addentrando, lungo scalinate, tra le abitazioni rurali, e da qualche fontana adornata di fiori e gerani. Una passeggiata, anche veloce, fa scoprire immediatamente i piccoli gioielli culturali, che sono i veri tesori di questo rione.

La conca ampezzana con Cortina, e le piste che ospiteranno i prossimi Mondiali di Sci (ph. kallerna by Wikipedia)

L’antico caseificio turnario, con la caldaia in rame ancora brillante, il mulino, recentemente restaurato e aperto al pubblico, la bottega del Fantino, dove il tempo sembra essersi magicamente fermato, e la chiesetta di San Pietro con gli affreschi dei Baschenis e la Via Crucis scolpita da Angelo Mosconi (1858 – 1940) narrano la storia di una comunità che prima del benessere portato dal turismo basava la propria vita su un’economia di sussistenza. Se poi si ha la fortuna di incontrare qualche paesano, l’accoglienza è calorosa e generosa. E può succedere così – come è capitato a noi – che corra a prendere le chiavi per spalancare le porte di uno di quei tesori accessibili soltanto durante i percorsi culturali organizzati e improvvisi una visita guidata personale, soffermandosi su ogni particolare, ogni ricordo e ogni brandello di vita vissuta.

 

 



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