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I nostri paesi

A Don «no s'va se no s'già da far»

lun 31 ago 2020 20:08 • By: Lorena Stablum

Una parola per indicare tante cose diverse

La casa natale di Mons. Celestino Endrici a Don.

Parola onomatopeica, che richiama il suono di una grossa campana e i rintocchi di un orologio a pendolo oppure titolo d’onore usato per ecclesiastici e laici, derivante dalla parola latina dominus (signore), Don è anche un termine che indica luoghi geografici ben precisi. Come Don, ad esempio, piccolo centro abitato di suppergiù 250 abitanti che si estende su un altopiano alle pendici del Monte Roen in alta Val di Non, o come Don, il ben più famoso fiume della Russia meridionale che durante la Seconda Guerra Mondiale assunse un’importanza cruciale nei piani di conquista tedeschi e lungo le cui rive, nel 1942, si stabilizzò il fronte fra le forze contrapposte dell'Asse e dell'Armata Rossa.

L’origine del nome non potrebbe essere più diversa. Derivante da alnus - ovvero auno, ontano - il luogo noneso, il Don russo, secondo l’Enciclopedia Treccani, viene invece dai toponimi greco e romano Τάναις e Tanais, provenienti probabilmente dall'iranico dānu (fiume), da cui anche il russo antico Donǔ.

Considerato nel Medioevo come il limite orientale dell'Europa, il corso d’acqua nasce dal lago Ivan e, dopo 2.000 chilometri, sbocca nel Mar d'Azov con un ampio delta. Ma di fiume ne esiste almeno un altro che porta lo stesso nome: in gaelico Deathan, si trova in Scozia, nasce nei monti Grampiani, attraversa l'Aberdeenshire fino a raggiungere il mare del Nord.

Il Don noneso, invece, è una località che sorge in una posizione tranquilla, a circa 900 metri livello del mare, e lasciata, con Amblar, ai margini della viabilità principale della Val di Non, tanto da aver dato origine a un vecchio detto: «a Don e Amblar no s'va se no s'già da far». Di antiche origini come testimoniano alcuni ritrovamenti fatti nella seconda metà dell’Ottocento, il borgo di Don è originato da tre antiche ville - di Sopra, di Mezzo e di Sotto – e diede i natali a monsignor Celestino Endrici (1866 – 1940), l’ultimo Principe Vescovo di Trento. Dell’alto prelato si conserva ancora intatta la dimora natale, che domina la parte alta dell’abitato. Un luogo affascinante e intimo da scoprire, nel quale è possibile ammirare ancora oggi il mobilio originale, opere d’arte di pregio e gli oggetti personali appartenuti al vescovo Endrici.



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